Il Paraguay ha trascorso gli ultimi due mesi in un periodo di rigoroso confinamento per evitare il contagio da coronavirus, tanto che la maggior parte
la maggior parte delle persone risultate positive è finita in quarantena in luoghi appositi e ben controllati.
Ma gli sfosrzi fatti finora da quel Paese rischiano di venir compromessi dalla diffusione del contagio che nel vicino Brasile è ormai dilagante. Lo ha
fatto presente il presidente paraguaiano Mario Abdo Benítez che ha reso noto che che oltre la metà dei 563 casi presenti nel Paese è rappresentata da
persone provenienti dal Brasile, ad oggi il paese del Sud America più colpito dalla pandemia.
Nonostante ciò il presidente Jair Bolsonaro si sta battendo contro le misure imposte dai singoli stati per il confinamento e vuol riaprire aziende,
scuole e luoghi pubblici, invitando il Paese a tornare alla normalità, esclusi i contagiati. Non certo un atteggiamento responsabile con quasi 160mila
contagiati, oltre 10mila morti e circa 10mila nuovi contagi ogni 24 ore.
Ma che la situazione in Brasile sia più che seria, a Bolsonaro lo ha fatto presente anche il governatore dello Stato più ricco del Paese, San Paolo, dove João Doria, ex alleato di Bolsonaro, è oggi uno dei suoi maggiori critici.
Doria ha imposto un periodo di quaranta nello Stato da lui governato, ma gli ultimi dati suggeriscono che solo il 47% dei residenti la sta rispettando. E non è certo un caso. Inoltre, viste le enormi differenze sociali in quel Paese, è facile immaginare che il numero dei contagiati e di decessi sia superiore, e di molto, a quello espresso nei dati ufficiali.