In occasione dell'11.ma edizione della cerimonia di conferimento del Premio Nazionale per l’Innovazione "Premio dei Premi" 2020. il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso queste considerazioni in relazione alla pandemia:

"Quando si è diffuso il Covid ci siamo rivolti agli scienziati, ai ricercatori, ai laboratori per migliorare le cure, per accelerare i tempi dei vaccini. Ora, mentre siamo in vista del traguardo di una immunizzazione di massa, l’innovazione e la ricerca hanno altrettanto valore nel sospingere con conoscenze, sinergie e strumenti inediti, una nuova progettazione e la necessaria ripartenza della vita della società, con tecnologie sempre più capaci e intelligenti in grado di ridisegnare infrastrutture, produzioni, mercati, oltre ovviamente ai modi e ai tempi del lavoro umano.La lotta al virus richiederà a tutti noi ancora serietà, sacrifici, unità; ma anche grazie alle risorse morali e materiali che siamo riusciti a mobilitare possiamo e dobbiamo guardare al dopo, cominciare a costruirlo.Oggi la nostra responsabilità è duplice: difendere al meglio persone e comunità e, nel contempo, preparare una nuova stagione di sviluppo; una stagione finalmente sostenibile sul piano ambientale, sociale, economico, e quindi più equa".

E, a proposito di serietà, sacrifici e unità nella lotta al virus, nonostante le restrizioni annunciate per evitare che il contagio riprenda con la stessa forza di qualche settimana fa (adesso il "famigerato Rt è al di sotto di 1, ma il contagio è diffuso il tutto il Paese e sarebbe sufficiente ben poco a farlo riprendere in quella che - per forza di cose - finirebbe per essere una terza ondata  che risulterebbe devastante, visto che ospedali e terapie intensive sono ancora strapieni di ricoverati Covid), il premier Conte - dopo aver imposto su consiglio degli esperti restrizioni per le prossime festività - sembra vacillare, come indicano le sue affermazioni nella conferenza stampa di Bruxelles a proposito della richiesta di consentire gli spostamenti tra Comuni anche a Natale e Capodanno:

"Dobbiamo mantenere le restrizioni. Se poi il Parlamento, assumendosene tutta la responsabilità, vuole introdurre qualche eccezione per i Comuni più piccoli, che possa consentire la circolazione in un raggio chilometrico contenuto, si è aperta una riflessione nel governo. Ci confronteremo con i capi delegazione,  ma il Parlamento è sovrano, anche se non c’è molto tempo". "Qualsiasi misura che possa costituire un’eccezione al piano predisposto necessita di grande cautela e attenzione, non può saltare l’impianto complessivo. Se salta l’equilibrio rischiamo di scatenare la terza ondata di contagi e non possiamo permettercelo".

E chi è il promotore degli spostamenti fuori comune? E chi altri se non Matteo Salvini? Naturalmente il capopopolo  leghista dà la questione già quasi bella che risolta:

"Il fatto che il governo stia pensando di rivedere il divieto di spostamento tra Comuni per Natale non è una vittoria di Salvini, penso sarebbe una vittoria del buonsenso: noi abbiamo chiesto a Conte di non penalizzare chi non vive nelle grandi aree urbane, la maggioranza degli italiani: spostamenti nella provincia o in un raggio chilometrico, oppure limitazione del numero di persone e nuclei famigliari come avviene nei principali Paesi europei. Nessuno pensa a pranzi di Natale o Capodanno con tutto il condominio, ma serve ragionevolezza".

Inutile ricordare che il "soggetto" sopra citato avrebbe sostenuto l'esatto contrario se il Governo avesse consentito la libera circolazione tra Comuni per Natale e per le altre festività.

Per fortuna, all'interno del Governo, non tutti pensano che si debba "mollare" proprio adesso. Queste le parole del ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia:

"Dirò una cosa impopolare: sono contrario agli allentamenti per le prossime festività, sarebbe da irresponsabili. Se servono chiarimenti sui piccoli comuni e precisazioni, anche con norme, per consentire i passaggi tra piccoli comuni limitrofi o confinanti si faranno. Ma aprire un dibattito politico per aprire i confini dei comuni come se fossero tutti uguali, e le stesse province, è da irresponsabili. Chi vuole aprire tutto se ne assuma la responsabilità, il Parlamento è sovrano. Io continuo ad essere contrario all’apertura indiscriminata tra comuni, anche ieri ci sono stati quasi 900 morti, in Germania (con numeri nettamente inferiori ai nostri) si pensa addirittura ad un nuovo lockdown per evitare una terza ondata tra gennaio e febbraio e noi continuiamo a fare un dibattito surreale sullo spostamento tra Comuni per soli tre giorni?"