È amaro dover pensare che per seguire le volontà del suo capo, Matteo Salvini, e per non contraddirlo Giorgia Meloni sia costretta ad anellare una dopo l’altra dichiarazioni irrazionali e sconclusionate che finiscono per danneggiare la sua credibilità personale prima che politica.

Ieri, ad esempio, ha detto:

“Tra soglia all’obbligo dei POS ed evasione non c’è correlazione”

Nonostante la giovane età, 45 anni, Giorgia Meloni sembrerebbe soffrire di una prematura amnesia retrograda per non ricordare quanto accadeva negli anni in cui non esistevano i POS e gli acquisti si pagavano solo per contanti.

A quanti di noi sarà successo, in quegli anni, uscendo da un esercizio commerciale, di essere avvicinati da militari in borghese della GdF che chiedevano di esibire gli scontrini per le merci acquistate?

Era una sistema per verificare che l’esercente non avesse effettuata la vendita in nero, premessa per la possibile evasione. 

Nel caso non fossimo stati in grado di esibire lo scontrino noi e l’esercente avremmo potuto essere multati… anche per aver solo consumato caffè e cornetto!

Ora escluderei che, mentre soffia questo impetuoso vento di lassismo fiscale, il governo Meloni voglia riproporre i militari della GdF all’uscita dei negozi.

Ma quello che la premier anche ignora (NdR: forse perché da troppi anni non è più lei a fare la spesa) è che l’importo medio, speso dai cittadini al bar, dal fornaio, dal verduraio, dal formaggiaio, dal pastaio, etc., è inferiore a 60 euro.

A conclusione della giornata di lavoro, però,  per molti esercizi commerciali queste vendite si concretizzerebbero, senza l'uso dei POS, in migliaia e migliaia di euro in contanti che, per i potenziali evasori, costituirebbero una concreta “tentazione alla bengodi fiscale”.

Ma per spiegare meglio la corbelleria del mancato obbligo dei POS chiamerò in aiuto ancora una volta la mitica Casalinga di Voghera che molto avrebbe da insegnare alla sora Meloni.

Ogni mattina la Casalinga esce di casa con più o meno 50/70 euro nel borsellino (NdR: Essendo una modesta pensionata non dispone e non va in giro con i 5000 euro in contanti che, secondo la premier, aiuterebbero la povertà (??!?).

Dopo la colazione al bar ed aver acquistato ciò che le serve per preparare pranzo e cena, la Casalinga si accorge di non avere più i contanti per comprare la bistecca per il figlio. Ha il bancomat ma non può utilizzarlo perché la carne costerebbe meno di 60 euro. Smadonnando ritorna a casa, prende altro contante e finalmente va dal macellaio.

Il giorno dopo, però, non si fa più fregare dalle norme sui POS e va direttamente al supermercato vicino casa dove può comprare tutto, dal pane alla carne. pagando con il bancomat un unico scontrino dell'importo di 60 euro e più. 

Morale: vittima di questa corbelleria targata Meloni non sarà la Casalinga ma saranno il verduraio, il fornaio, il pastaio, il macellaio, etc., che non avranno più come cliente la Casalinga di Voghera.

Ora, spingendo i consumatori verso la grande distribuzione a pagare le scelte errate del governo Meloni sarà il commercio al dettaglio con migliaia di negozi costretti a tirare giù la saracinesca ed a produrre altrettanti nuovi disoccupati...

Un successone!!!