Nella prima messa del viaggio Apostolico di Francesco in Romania, che si svolge dal 31 maggio al 2 giugno e che è stato titolato "Camminare insieme", celebrata nella cattedrale cattolica di San Giuseppe a Bucarest, il Papa richiamandosi all'episodio evangelico che vede protagoniste Maria e Elisabetta ha invitato i fedeli ad essere promotori di una cultura dell'incontro che "smentisca la divisione e permetta a questa terra di cantare con forza le misericordie del Signore".

Un concetto ribadito, se si vuole, anche questo sabato con la sessa celebrata presso il Santuario mariano di Sumleu Ciuc, in Transilvania, alla presenza di circa 100mila fedeli.

Richiamandosi, stavolta, all'esperienza dei pellegrini, il Papa ha invitato i fedeli all'incontro, tramite il "camminare insieme chiedendo al Signore la grazia di trasformare vecchi e attuali rancori e diffidenze in nuove opportunità per la comunione".

"Pellegrinare - ha proseguito il Papa - è la sfida a scoprire e trasmettere lo spirito del vivere insieme, di non aver timore di mescolarsi, di incontrarci e aiutarci".

"Pellegrinare è guardare non tanto quello che avrebbe potuto essere (e non è stato), ma piuttosto tutto ciò che ci aspetta e non possiamo più rimandare. Significa credere al Signore che viene e che è in mezzo a noi promuovendo e stimolando la solidarietà, la fraternità, il desiderio di bene, di verità e di giustizia.

Pellegrinare è l'impegno a lottare perché quelli che ieri erano rimasti indietro diventino i protagonisti del domani, e i protagonisti di oggi non siano lasciati indietro domani. E questo, fratelli e sorelle, richiede il lavoro artigianale di tessere insieme il futuro".

Le parole di Francesco fotografano anche la situazione della Romania, luogo di raccolta di culture diverse. Per tale motivo, la messa a Sumuleu Ciuc è stata celebrata in latino, la prima lettura è stata letta in romeno e il Vangelo in ungherese, mentre la traduzione dell'omelia dall'italiano, è stata in romeno e ungherese. Infine, le preghiere dei fedeli sono state in ungherese, romeno e tedesco!

La visita odierna al Santuario di Sumleu Ciuc aveva anche un forte significato simbolico, perché realizza la promessa di Giovanni Paolo II quando si recò in Romania nel 1999 che disse che, se fosse tornato, sarebbe andato a visitarlo. Dopo vent'anni un altro papa ha mantenuto la promessa.