Sono anni oramai che nel nostro Belpaese è diffusa la consapevolezza che i destini degli italiani siano affidati ad una classe politica che ostenta, ogni giorno inadeguatezza ed inettitudine.

D’altra parte, di certo non ci possono rassicurare leader politici che si esibiscono, di volta in volta, andando in giro con un ridicolo casco da astronauta, oppure sbaciucchiando rosari e santini, od ancora incapaci di distinguere tra rinascimento e dispotismo.

Individui di questa sorta con i loro accoliti non possono essere che protagonisti di una paradossale pièce tragicomica che, purtroppo, grava sul presente e sul futuro di tutti noi, e non solo di quei gonzi che ancora li stanno ad applaudire.

A riprova di quanto contenuto nelle righe precedenti ecco giungere oggi le affermazioni del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ospite su La7 di “Omnibus”.

“Dal governo Draghi noi ci aspettavamo un cambiamento di rotta, se poi abbiamo ancora i DPCM come Conte, anticipati alla stampa quotidiana….”

Ed ancora:

“Sappiamo che chiuderemo a Pasqua, sappiamo delle zone rosse, francamente la discontinuità non la vedo”.

Di fronte a queste dichiarazioni, rilasciate non da un umile popolano ma niente popò di meno che dal governatore della Regione Liguria, ho il sospetto, ma infondato, che Toti, avendo vissuto l’ultimo anno in un suo eremo su Marte, ignori che l’Italia da dodici mesi sia flagellata da un virus maledetto che ha infettati più di 3 milioni di cittadini ed ha uccisi oltre 101.000 connazionali.

La seconda spiegazione, più credibile, è che da negazionista convinto Toti consideri la pandemia solo una sciocca balla, montata dai media per compiacere ad imprecisati poteri occulti allo scopo di manipolare, condizionare e sottomettere la vita di milioni di cittadini.

Ci sarebbe però, secondo me, una terza verosimile ipotesi.

Del Covid-19 e dei suoi sciagurati effetti Toti non ha ancora capito un tubo.

Soprattutto per questo, oltre che per untuosa solidarietà con i sodali negazionisti del centrodestra, ha contestate, approfittando del suo ruolo istituzionale, le restrizioni che il governo “Conte bis” imponeva con i DPCM.

Ma, per totale analfabetismo in tema di pandemia Toti si era convinto che con la caduta del governo “Conte bis” anche il Covid-19 scomparisse.

Ecco perché oggi non riesce a capire come mai anche Draghi ricorra ai DCPM per imporre nuove restrizioni, in presenza di un acutizzarsi della pandemia.

Nulla di nuovo, anche oggi abbiamo assistito ad una nuova azione scenica della pièce tragicomica della politica nazionale.