Anche questa domenica, decine di migliaia di bielorussi sono scesi in strada a Minsk per protestare contro la rielezione del presidente Alexander Lukashenko. E ancora una volta i manifestanti che indossano i colori dell'opposizione, il rosso e il bianco, hanno riempito le vie nel centro della capitale nei pressi del Palazzo dell'Indipendenza, la residenza di Lukashenko. 

Come la settimana scorsa, questa manifestazione è stata preceduta, sabato, da un'altra manifestazione di sole donne, circa 2mila, che la polizia ha comunque represso eseguendo centinaia di arresti. 

Tra gli arrestati vi era anche Nina Bahinskaya, una signora di 73 anni diventata un'icona del movimento di protesta. Portata in una stazione di polizia, la donna è stata però rilasciata poco dopo. Secondo fonti locali, sono state più di 300 le donne arrestate ieri.

Le manifestazioni del sabato non sono un caso. L'opposizione a Lukashenko è stata guidata da tre donne: Svetlana Tikhanovskaya, Veronika Tsepkalo e Maria Kolesnikova. Solo quest'ultima non si era rifugiata all'estero e, immancabilmente, è stata arrestata all'inizio di settembre dopo che le autorità bielorusse avevano prima cercato di "spingerla" in Ucraina in modo da farle lasciare il Paese.

L'Unione europea sta valutando la possibilità di applicare sanzioni al governo Lukashenko che, secondo il relatore speciale delle Nazioni Unite Anaïs Marin, dall'inizio delle proteste, avrebbe fatto arrestare più di 10mila manifestanti, mentre sarebbero stati finora oltre 500 i casi di tortura segnalati.

Lukashenko ha accusato fantomatiche potenze straniere di essere artefici delle manifestazioni di protesta ed è andato in Russia ad incassare l'appoggio di Putin che gli ha concesso un prestito di 1,5 miliardi di euro.