Queste le parole del Papa nel dopo Angelus del 9 giugno da piazza San Pietro:

"Dopodomani, in Giordania, si terrà una conferenza internazionale sulla situazione umanitaria a Gaza, convocata dal Re di Giordania, dal Presidente dell’Egitto e dal Segretario Generale delle Nazioni Unite. Mentre li ringrazio per questa importante iniziativa, incoraggio la Comunità internazionale ad agire urgentemente, con ogni mezzo, per soccorrere la popolazione di Gaza stremata dalla guerra. Gli aiuti umanitari devono poter arrivare a chi ne ha bisogno, e nessuno lo può impedire.Ieri ricorreva il 10° anniversario dell’Invocazione della pace in Vaticano, alla quale erano stati presenti il Presidente israeliano, il compianto Shimon Peres, e quello Palestinese, Abu Mazen. Quell’incontro ci testimonia che stringersi la mano è possibile, e che per fare la pace ci vuole coraggio, molto più coraggio che per fare la guerra. Pertanto incoraggio i negoziati in corso tra le parti, anche se non sono facili, ed auspico che le proposte di pace, per il cessate-il-fuoco su tutti i fronti e per la liberazione degli ostaggi, vengano subito accettate per il bene dei palestinesi e degli israeliani.E non dimentichiamo il martoriato popolo ucraino, che più soffre e più anela alla pace. Saluto questo gruppo ucraino con le bandiere che sono lì. Vi siamo vicini! È un desiderio, questo della pace, perciò incoraggio tutti gli sforzi che si fanno perché la pace possa costruirsi quanto prima, con l’aiuto internazionale. E non dimentichiamo il Myanmar".

Le parole del papa (definite inutili perché fin d'ora si sa che rimarranno inascoltate) cozzano, almeno per quanto riguarda Israele, con l'intento genocida dello Stato ebraico, il cui esercito, sabato, per liberare 4 prigionieri israeliani catturati dalla resistenza palestinese il 7 ottobre ha ucciso nel campo di Nuseirat 274 palestinesi, ferendone 698 feriti: un bilancio che è purtroppo ancora provvisorio. Un bilancio di cui la società israeliana, in base a quanto riporta la stampa locale, non tiene minimamente conto.



Crediti immagine: uno degli ostaggi israeliani liberati con i propri familiari e un padre con i corpi dei suoi due figli uccisi ieri a Nuseirat