Politica

Ancora una volta con la fiducia il governo Meloni fa approvare al Senato l'ennesima modifica al Superbonus

Con 101 voti a favore e 64 contrari, l'Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo approvando in prima lettura il ddl n. 1092 recante conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 marzo 2024, n. 39, recante misure urgenti in materia di agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119 e 119-ter del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, altre misure urgenti in materia fiscale e connesse a eventi eccezionali, nonché relative all'amministrazione finanziaria.Il provvedimento, alla luce delle modifiche apportate in Commissione, si compone di 16 articoli suddividi in due Capi. Il Capo I (articoli 1-6) contiene disposizioni urgenti in materia di agevolazioni fiscali. Il Capo II (articoli 7-10) riguarda ulteriori disposizioni urgenti di natura fiscale e in materia di amministrazione finanziaria. Le modifiche introdotte in sede referente si concentrano sulla possibilità di intervento in aree colpite da disastri naturali, estendendo il sostegno anche ad altre Regioni e introducendo un fondo specifico per le onlus. Tra le altre misure, si è previsto il prolungamento dello sconto sui crediti IMU mentre un altro emendamento del Governo ha posticipato l'entrata in vigore della sugar tax.Nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia e si è svolta la discussione sulla fiducia. Oggi, nelle dichiarazioni finali hanno annunciato la fiducia i sen. Borghese (Cd'I), che, nel riconoscere la necessità di correggere le lacune e gli abusi emersi nell'utilizzo del superbonus, ha richiamato la positività delle misure volte a limitare gli impatti sul debito pubblico, come l'estensione del periodo di detrazione e le restrizioni per le banche nella compensazione; Rosso (FI-BP), che, nell'esprimere preoccupazione per le conseguenze della retroattività delle norme sul superbonus, sottolineando la necessità di aiutare le famiglie e le imprese danneggiate, ha ribadito il sostegno di FI al Governo, auspicando una maggiore stabilità e pianificazione nel sistema di bonus ed edilizia; Garavaglia (LSP), che ha apprezzato l'introduzione di controlli a tappeto sui lavori del superbonus, ritenuti essenziali per garantire la correttezza delle pratiche, sottolineando l'importanza di porre fine alla "stagione folle dei bonus" e di garantire l'equilibrio del bilancio statale; Antonella Zedda (FdI), che, nel criticare l'uso del termine "gratuitamente" nelle politiche economiche, ha enfatizzato il voto favorevole del suo partito al decreto nella sua totalità, ribadendo l'importanza delle misure proposte per la riqualificazione energetica, le compensazioni e il posticipo dell'entrata in vigore di sugar e plastic tax. Hanno negato la fiducia i sen. Calenda (Misto-Az), che, nel criticare l'approccio bipartisan nel concedere bonus e mance anziché affrontare i problemi strutturali del Paese, ha espresso scetticismo riguardo alla soluzione proposta, sostenendo che non funzionerà e aumenterà ulteriormente l'irresponsabilità e l'insicurezza; Patton (Aut), che ha proposto l'adozione di regole più stabili e a lungo termine per favorire la pianificazione e la stabilità del settore edile, così da mitigare gli effetti negativi sull'economia e sull'ambiente; Renzi (IV), che ha denunciato l'inefficienza dell'Esecutivo nel gestire la sugar tax e il superbonus, ribadendo l'opposizione di Italia Viva e sottolineando la necessità di una politica più seria, coerente ed efficace nelle politiche fiscali e legislative (in Commissione la sentatrice Musolino di IV aveva votato a favore del provvedimento, andando in soccorso del governo perché i membri di FI non si erano presentati); Magni (Misto-AVS), che ha criticato aspramente il continuo cambiamento normativo riguardante il superbonus, evidenziando il caos e l'insicurezza che esso genera per cittadini e imprese e richiamando la necessità di una discussione seria e non ideologica sul tema, con un'analisi accurata dei costi e dei benefici; Turco (M5S), che ha accusato il Governo Meloni di cancellare politiche industriali utili per il Paese e di avere un approccio disastroso alla gestione economica: le restrizioni e le modifiche introdotte metteranno a dura prova i cittadini italiani; Cristina Tajani (PD), che ha stigmatizzato la mancanza di risposte su questioni cruciali e contestato l'assenza di una chiara politica economica proposta dalla maggioranza, chiedendosi se il Governo stia promuovendo politiche di autarchia agricola, difesa delle rendite acquisite o addirittura un ritorno all'austerità.

Questo il comunicato di seduta del Senato che conferma il via libera con l'ennesimo voto di fiducia (quando era all'opposizione la signora Meloni berciava come un'ossessa contro tale pratica che il suo esecutivo sta utilizzando come nessun'altro) alla retroattività dell'ennesimo cambio di regole al cosiddetto Superbonus... non solo un ulteriore mazzata a famiglie e imprese, ma alla credibilità dello Stato (non del governo, perché non l'aveva neppure in precedenza).

Sul provvedimento, questa l'intervista del 5 stelle Patuanelli a La Stampa: 

Il governo ha posto la fiducia. Lei ha parlato di «fatto politico». Non pensa che siano le normali fibrillazioni da campagna elettorale?
«Il fatto politico è evidente per come sono andati i lavori in commissione, per le dichiarazioni... lo scambio tra Giorgetti e Tajani - col primo che dice "se ne farà una ragione", e l'altro che risponde "no se la farà lui" è una querelle da bambinetti. FI sull'emendamento del governo si è astenuta. Oggi (ieri, ndr) in aula Fi non c'era quando abbiamo fatto la discussione generale. E evidente la scelta di non esserci, vediamo se poi domani (oggi, ndr) vengono a votare la fiducia...». 
Quindi pensa che si sia aperta una crepa e che possano esserci fibrillazioni anche dopo le europee?
«Quello che è successo rientra nell'ambito delle dinamiche elettorali. Ma sfiorare una crisi di governo - perché secondo me si è sfiorata davvero la crisi, evitata solo per il soccorso di Iv-alza oggettivamente la tensione e non è detto che poi si sciolga dopo il voto. E non dimentichiamo che non c'è solo la discussione con FI, anche il rapporto con la Lega è molto critico».
 Lei ha accusato Iv di avere salvato la maggioranza. Ma Renzi è sempre stato contrario al Superbonus...«Questo decreto non ha nulla a che fare col Superbonus. La norma introdotta è il frazionamento in 10 rate anziché in 4 rate dei crediti che maturano per interventi dal 1 gennaio in poi. La senatrice Musolino, esponente di Iv in commissione, ha votato con le opposizioni tutti gli emendamenti. Tutti! Tranne l'emendamento del governo che rischiava di non essere approvato per la mancanza del voto di FI. E oggettivo il soccorso di Iv. Non è una supposizione politica».
 E perché Iv lo ha fatto?«Questo dovete chiederlo a Renzi. Conoscendo un po' le sue logiche - per averle subite - credo si aspetti grandi tensioni nella maggioranza e, quindi, di potere avere un ruolo. Lui dice: in caso di necessità io ci sono».
 Però l'impatto sui conti pubblici è un fatto. Non si poteva gestire diversamente il Superbonus, magari limitandolo ai ceti meno abbienti e non permettendo a chi sta bene di rifarsi la villa al mare?«Questa maggioranza tende a scaricare tutti i guai sul Superbonus. La misura era pensata come "booster" economico, non come strumento prevalentemente sociale. E L'Agenzia entrate ha detto che tra il 35%-40% dell'importo speso rientra come tasse, dato confermato anche dall'incremento di 150 miliardi delle entrate in due anni. C'è un effetto chiaro. In più c'è un effetto su occupazione e c'è il moltiplicatore economico che genera Pil, tanto che dal 2020 al 2022 il nostro è stato il paese con la migliore performance e con riduzione del debito pubblico. Gli effetti negativi sono tutti da dimostrare... Tanti studi indipendenti, compreso centro studi camera, dicono che l'effetto complessivo è positivo».
 Anche Draghi voleva correggere la misura, ma non riuscì per l'opposizione di buona parte della maggioranza che lo sosteneva...«Il presidente Draghi ancora oggi sostiene che il Superbonus ha generato un buco di quasi 200 miliardi. Ma se lo riteneva inaccettabile, visto che ha imposto tante cose, doveva imporre anche le modifiche al Superbonus. La verità è che il primo dato da guardare per vedere come sta andando la sostenibilità del debito sono i mercati: se ci fosse davvero un buco di 200 miliardi nelle casse del Paese avremmo lo spread alle stelle».

Autore Carlo Airoldi
Categoria Politica
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