Siamo esseri biologici e la nostra stabilità, soprattutto mentale, si basa sull'equilibrio chimico-fisico della materia che ci compone. Un equilibrio che dipendete interamente dallo stile di vita.

Gli elementi cardine di un perfetto stile di vita sono un'ottima dieta, dormire adeguatamente, vivere in un posto che fa star bene, mantenersi in movimento e mentalmente attivi, dedicare il tempo necessario a ciò che rigenera (solitudine, riposo, amici, famiglia, vacanze, hobby).

Sono il nostro carburante; e ciascuno di noi ha la sua miscela esatta per ogni elemento.

Nel momento in cui alteriamo l'equilibrio della nostra miscela, la stabilità psico-fisica vacillerà. Il nostro corpo è tuttavia meraviglioso: fragile e forte allo stesso tempo. E quindi utilizzerà i suoi meccanismi di compensazione e tolleranza per superare i periodi critici.

Questa compensazione non è comunque infinita e illimitata nel tempo; e quando si attinge a essa poi bisogna lasciarla rigenerare. Un “time-out” che dipende dalla misura in cui l'abbiamo sfruttata.

La nostra debolezza è l'aver malamente intuito il meccanismo: sappiamo come poter funzionare al meglio, ma conosciamo anche questa dotazione di “sopportazione” e ne abusiamo puntualmente. Imponiamo al nostro corpo di funzionare perennemente in compensazione.
Un animale, che invece agisce per istinto, non potrebbe mai farlo.

Una volta che abbiamo ben cucinato il nostro cervello - spesso, e per fortuna, in modalità reversibile - andremo a fare diversi danni maggiori. Diventiamo nervosi, intrattabili, irascibili, ci scappa la rissa…, apatici, tristi, irragionevoli, testardi, depressi, bipolari, tripolari, quadrapentapolari e lupi mannari!

Ma non voglio dileggiarmi oltremodo.
La questione è seria.

A esser seri sono i fatti di cronaca. Le cose orribili che degli esseri umani sono capaci di fare ad altri esseri umani.

Se ci illudiamo che tutto dipenda da “persone cattive”, violenti, omofobi, razzisti, e via discorrendo, siamo fuori strada. Per dirne una, andrebbero definite, una per una e caso per caso, le condotte violente. E sarebbero cosa? Deviati? Malati? Può essere.
Ma non stiamo parlando di patologie e disturbi mentali. E sappiamo anche quali sono le eventuali responsabilità della società e della famiglia, che implicherebbe un ragionamento a parte.

Provate a immaginare un setaccio a più strati. Il primo di tutti è quello dello stile di vita, le cui maglie filtrano l'instabilità psico-fisica dell'essere umano. Attraverso questo primo filtro passeranno tutti coloro che hanno messo costantemente a rischio la loro stabilità a causa di una cattiva miscela che manda in tilt la loro macchina biologica. E i successivi strati separeranno le condotte: razzisti, omofobi, violenti per natura, etc.

Se avete ben intuito, dal primo filtro non passerà il razzista “stabile”, ossia quella persona da infimi valori etici che tuttavia conduce uno stile vita ideale per il buon funzionamento dell'involucro biologico che lo contiene. Una persona biologicamente stabile difficilmente agisce direttamente o impulsivamente, dunque è estremamente improbabile che si lasci trascinare dall'ira ingaggiando lo scontro diretto con il proprio simile.

Quando un individuo stabile perde le staffe, sono scaramucce.
Non sono danni gravi, permanenti, o uccisioni. Non determinano femminicidi, atti di razzismo, e altri gravi fatti di cronaca. Solo odiosa maleducazione.
I fatti gravi capitano tra la gente normalmente vessata dal proprio malsano stile di vita. In genere è così: sono coloro che non vivono bene e pompano nei loro già logori involucri miscele esplosive, vivendo nella compensazione perenne.

Il corollario è dunque semplice: qualunque sia la propria etica, e temperamento caratteriale (anche irruento), condurre uno stile di vita sano e consentire alla propria macchina biologica di funzionare nelle migliore condizioni, determina quella stabilità psico-fisica fondamentale che impedisce, ovvero limita drasticamente, danni diretti e impulsivi a se stessi e ai propri simili. Fornisce dunque un controllo molto forte su se stessi.

E' chiaro che la società dei numeri in cui viviamo non consente, in via predominante, di condurre uno stile di vita sano: mangiare bene, dormire bene, abitare bene, muoversi bene, riflettere bene, riposarsi e svagarsi bene.
E dunque, la stragrande maggioranza delle persone vive “in riserva” e va in giro a far danni: alla propria famiglia, al prossimo, a se stessi.

Siamo anime che dipendono dal sistema; e i nostri errori sono quasi sempre gli errori del sistema. Ma la nostra più grande responsabilità è sapere tutto questo e non far nulla (o molto poco) per venirne fuori. Ecco perché alla fine i principali responsabili delle nostre azioni rimaniamo sempre e solo noi stessi.



Base foto: PublicDomainPictures da Pixabay