L'agenzia Reuters è venuta in possesso di un documento riservato in cui si evidenzia che l'Italia si è opposta all'idea di un nuovo regime di sanzioni nei confronti della Russia per fare pressione su Mosca, in relazione ad attacchi informatici che hanno avuto origine da quel Paese.

Il piano di sanzioni, che ha un ampio sostegno tra gli stati dell'Ue ad esclusione dell'Italia, intenderebbe rafforzare le difese e la deterrenza dell'Unione contro gli attacchi informatici di cui sarebbe responsabile il governo russo, che nei mesi passati è stato al centro di accuse di ingerenza e violazioni della sicurezza informatica contro alcuni Stati occidentali, anche in occasione di importanti appuntamenti elettorali.

Il piano, comunque, mirerebbe anche alla prevenzione di futuri attacchi informatici provenienti dalla Cina e dalla Corea del Nord.

L'attuale governo italiano, non è un segreto, ha un "debole" per la Russia di Putin, in particolar modo dal lato della componente leghista. Ma anche in passato il nostro Paese, con governi di centrosinistra, ha più volte sollecitato un allentamento delle sanzioni contro la Russia, imposte in seguito alla crisi ucraina del 2014. Una posizione però minoritaria all'interno dell'Unione che, regolarmente, le ha sempre rinnovate.

Questa nuova proposta di ulteriori sanzioni relative agli attacchi informatici è stata discussa questa settimana durante gli incontri preparatori in vista dell'Eurosummit di giovedì prossimo a Bruxelles.

Nel documento visionato da Reuters, Francia, Estonia, Paesi Bassi, Romania, Slovacchia, Lettonia, Lituania e Polonia sono stati i Paesi che hanno chiesto l'introduzione immediata di nuove sanzioni.

Invece, Belgio, Finlandia e Svezia hanno spinto per un approccio graduale contro eventuali attacchi futuri, a cui rispondere prima con una serie di misure soft che, eventualmente, potrebbero sfociare in un secondo momento in nuove sanzioni.

Difficile dire se questa notizia possa essere spiegata con la scarsa convenienza economica per il nostro Paese di allargare il regime di sanzioni nei confronti della Russia, visto che già sta penalizzando alcuni settori commerciali italiani, oppure come ritorsione contro le istituzioni europee in relazione ai contrasti attuali relativi all'approvazione della prossima manovra economica.

Proprio oggi, Jean Claude Juncker in un'intervista a Le Monde ha dichiarato che "l'Italia non rispetta la parola data. Le autorità italiane - ha aggiunto il presidente della Commissione Ue - sono libere nelle loro scelte, nel reddito minimo o nella fiscalità delle aziende. Devono tuttavia rispettare le regole per non mettere in pericolo la solidarietà europea". Appello ripreso anche dal capo del Dipartimento europeo del Fmi, che durante un meeting a Bali ha detto che l'Italia ha margini limitati di manovra.

Qualunque sia la ragione dell'opposizione dell'Italia al piano di prevenzione contro futuri attacchi informatici anche da parte della Russia, è certo che Putin non potrà non esserne soddisfatto... anche pensando al prossimo appuntamento elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo.

Il consenso ai populisti è salvaguardato.