È di questi giorni la notizia che l'Italia dovrebbe essere sotto la minaccia dell'Isis. In Italia, attentati come se ne sono visti in Europa non ce ne sono mai stati, e né al Qaeda prima e l'Isis poi, fortunatamente, non hanno mai dato prova nel nostro Paese della loro inutile e assurda atrocità, finalizzata non si sa bene a quale reale obiettivo.

Dopo un periodo in cui è stato in ombra, il ministro dell'Interno Minniti è risorto adesso agli onori della cronaca facendoci sapere, in un'intervista a La Stampa, che mai come adesso il pericolo Isis è stato così elevato. Non che abbia illustrato fatti particolari in relazione a questa presunta nuova imminente minaccia, affermando solo che "grazie a un'indagine svolta da personale super-specializzato siamo stati capaci di penetrare un cuore di tenebra"!

A dar corpo al pericolo di attentati sono arrivati anche gli arresti. A Foggia, martedì, un egiziano con cittadinanza italiana, presidente dell’associazione culturale "Al Dawa", è stato arrestato e gli sono stati contestati reati che vanno dalla "partecipazione all’associazione terroristica denominata Is/Daesh, all'apologia della stessa, aggravata dall’uso di mezzi informatici."

Secondo quanto riportato, l'italo egiziano avrebbe svolto la funzione di Imam per la comunità locale, occupandosi di insegnare arabo e corano ai bimbi degli immigrati. Ma l'indottrinamento, secondo gli inquirenti, si riassumeva solo nella promozione dell'Isis, con tanto di invito a tagliar le teste di coloro che non fossero musulmani.

Poteva questo esser sufficiente per corroborare il pericolo Isis? Evidentemente no. Ecco allora che mercoledì c'è stato un nuovo arresto, stavolta a Torino. L´indagine, svolta dalla Digos con il supporto del Servizio per il Contrasto dell´Estremismo e del Terrorismo Esterno dell'Ucigos, ha portato all'arresto di un 23enne marocchino naturalizzato italiano, Elmahdi Halili. Nell'indagine sono finiti anche alcuni stranieri ed italiani convertiti all'Islam, tutti "impegnati in una campagna di radicalizzazione e proselitismo condotta soprattutto sul web", sempre a favore dell'Isis.

Già in passato, a fine 2015, Halili aveva patteggiato due anni di reclusione con sospensione condizionale della pena per "istigazione a delinquere con finalità di terrorismo, per la redazione e la pubblicazione sul web di alcuni documenti di esaltazione dello Stato Islamico."

Dopo aver effettuato l'arresto, gli investigatori hanno sequestrato "filmati con mujaheddin in Siria ed Iraq, cruente esecuzioni operate nei confronti di civili e militari, le rivendicazioni e le celebrazioni degli attentati di Parigi e Bruxelles. Inoltre, sono stati rinvenuti i sermoni di predicatori dell'odio del calibro di Anwar Al-Awlaki".

Infine, nel centro di Roma, sono aumentati i controlli e sono state estese le zone di sicurezza in occasione delle prossime celebrazioni collegate al periodo pasquale. Insomma, il pericolo Isis incombe.