Secondo quanto riferito martedì dal ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, a breve la Russia avrà ammassato ai confini dell'Ucraina più di 120mila soldati, una concentrazione di truppe persino superiore a quella del 2014, quando Mosca ha invaso prima la parte orientale dell'Ucraina e successivamente la Crimea. Sempre secondo Kuleba, le truppe russe continuano a concentrarsi ai confini nord-orientale, orientale e meridionale.

Per fare pressioni su Mosca, il ministro degli Esteri ucraino ha chiesto ai Paesi occidentali che al più presto paventino l'applicazione di nuove ulteriori sanzioni nei confronti della Russia, unica strada efficace per far capire chiaramente al Cremlino quali conseguenze potrebbe avere una nuova invasione dell'Ucraina.

Kuleba ha poi dichiarato che i cecchini russi hanno iniziato ad uccidere i soldati ucraini per provocare una loro reazione, in modo da dare alla Russia una giustificazione per invadere il Paese.

La Russia ha affermato che l'invio di truppe è parte di un'esercitazione militare di tre settimane per verificare la capacità di risposta dell'esercito ad un attacco improvviso, resasi necessaria a seguito di quello che è stato definito comportamento minaccioso da parte della NATO e degli Stati Uniti, responsabili di "attività provocatoria" nelle acque e nello spazio aereo del Mar Nero.

Secondo Kiev, dall'aprile 2014 la guerra nel Donbass avrebbe causato 14mila morti tra civili, soldati ucraini e miliziani separatisti. Inoltre, secondo le Nazioni Unite sarebbe oltre 30mila il numero delle persone rimaste ferite.


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