Secondo gli organizzatori, l'Ufficio d’informazione del Kurdistan in Italia e la Rete Kurdistan, erano 20mila i manifestanti che il 1 novembre hanno sfilato a Roma lungo via Cavour.
A supportare i colori del Kurdistan e del Pkk, e quelli di Ypg e Ypj, vi erano quelli delle bandiere della pace e quelli rossi della sinistra rappresentati da centri sociali, Arci, Fiom, Cgil, Potere al popolo, Rifondazione comunista e da molta gente comune di qualsiasi età.
I manifestanti sono arrivati da ogni parte d'Italia, dal Veneto alla Sicilia, utilizzando treni, auto e autobus.
Presente anche il padre di Lorenzo Orsetti, ucciso dall'Isis, mentre combatteva tra le file dei curdi. «È importante manifestare - ha dichiarato Alessandro Orsetti - perché con l’attacco turco si rischia la distruzione del sogno del Rojava. Quel sogno però non è finito. Bisogna difenderlo e mantenere alta l’attenzione internazionale».
Tra le rivendicazioni della manifestazione la richiesta di una forza internazionale di interposizione o, per lo meno, l'approvazione di una no fly zone, perché il blocco alla vendita di armi alla Turchia non è sufficiente.