Quali siano le motivazioni politiche e personali che guidano Matteo Renzi lo sa - ma non è detto - solo Matteo Renzi. Probabilmente neppure i suoi più fidati collaboratori sanno che cosa voglia fare e perché... Di certo non lo sanno i suoi parlamentari e tantomeno, nel caso esistano, i suoi possibili elettori.

Ma non è una novità. Un populista - e Matteo Renzi è un populista - agisce così, in base alla convenienza, al "sentiment" degli italiani, alla ricerca di visibilità e in base a ciò che le occasioni della politica offrono.

Quindi, uno come Matteo Renzi si fa guidare dalla convenienza. Che cosa abbia a che fare questo con l'interesse pubblico ed il bene di una nazione non è dato sapere, ma neppure Renzi sarebbe in grado di spiegarlo... ovviamente basta non chiederglielo.

Infatti, adesso si propone come paladino degli imputati e dei magistrati, garante della giustizia e dei diritti costituzionali, accettando che un processo non vada a sentenza perché un reato cade in prescrizione.

E secondo Renzi e quelli che lo circondano, questo sarebbe "garantismo".

Però, il logorroico senatore rignanese non spiega come il sistema che difende possa invece tutelare il diritto di quanti invece attendono giustizia e vedono gli imputati di reati gravissimi di cui - direttamente o indirettamente - sono vittime sfuggire alle loro responsabilità, in toto o in parte, proprio a causa della prescrizione!

Evidentemente, per Renzi si tratta di una questione secondaria, di nessuna importanza.

Ed è per questo motivo che, dopo aver architettato l'inimmaginabile per dar vita a questo governo, Renzi fa di tutto per metterlo a rischio, minacciando di sfiduciare il ministro della Giustizia Bonafede nel caso in cui l'esecutivo faccia approvare in commissione un emendamento al decreto Milleproroghe - per chiudere la questione della prescrizione così come riassunta dal lodo Conte bis con l'approvazione di M5s, Pd e Leu - per poi blindarlo in Aula con un voto di fiducia.

Il governo - per evitare forzature di metodo che potevano costituire un vulnus dal punto di vista costituzionale - adesso cerca di spegnere la miccia di una crisi che sembrava inevitabile, decidendo di non inserire il lodo Conte nel Milleproroghe, rimandando tutto ad un ddl che comprenda anche la riforma della giustizia.

Adesso Renzi esulta: "La decisione del Governo di non inserire il Lodo Conte sulla prescrizione nel Milleproroghe mi sembra un gesto di buon senso, che evita forzature e spaccature. Lo apprezzo. Quando arriverà la legge sulla prescrizione in Aula noi voteremo coerenti con le nostre idee e il garantismo che ci caratterizza. Adesso concentriamoci sull'emergenza crescita, sulla produzione industriale, sui dati negativi del PIL. L'Italia ha bisogno di ripartire dall'economia".

Adesso, il personalissimo garantismo di Renzi potrà essere messo a disposizione di altri argomenti... sempre in funzione della sua personalissima convenienza.