Non ero con lui, ma in mezzo al mare a salvare vite, quello che mi hanno insegnato mio padre e mia madre
«Amici, come avrete visto il mio papà non c'è più. Non posso rispondere ai vostri tanti messaggi che vedo arrivare, perché sono in mezzo al mare e abbiamo appena fatto un salvataggio.Non ero con lui, ma di tutti i posti dove avrei potuto essere...beh, ero qui con la ResQ - People saving people a salvare vite. È quello che mi hanno insegnato mio padre e mia madre.Vi abbraccio tutti, forte, vi sono vicina, e ci sentiamo quando possiamo».
Queste le parole con cui Cecilia Strada ha risposto ai tanti messaggi di cordoglio che le sono giunti non appena si è diffusa la notizia della morte di suo padre, Gino, fondatore di Emergency, venuto a mancare poche ore fa.
Questo l'annuncio diffuso dalla stessa ong:
"Il nostro amato Gino è morto questa mattina. È stato fondatore, chirurgo, direttore esecutivo, l’anima di EMERGENCY.“I pazienti vengono sempre prima di tutto”, il senso di giustizia, la lucidità, il rigore, la capacità di visione: erano queste le cose che si notavano subito in Gino. E a conoscerlo meglio si vedeva che sapeva sognare, divertirsi, inventare mille cose.Non riusciamo a pensare di stare senza di lui, la sua sola presenza bastava a farci sentire tutti più forti e meno soli, anche se era lontano.Tra i suoi ultimi pensieri, c’è stato l’Afghanistan, ieri. È morto felice.Ti vogliamo bene Gino".
Una perdita incolmabile, come ha ricordato Moni Ovadia:
Una perdita incolmabile perché, dal 1994, anno di fondazione di Emergency, l'ong da lui creata insieme alla moglie Teresa Sarti (morta nel 2009) ha portato la sua opera umanitaria in 19 Paesi, costruendo ospedali, centri chirurgici, centri di riabilitazione, centri pediatrici, posti di primo soccorso, centri sanitari, ambulatori e poliambulatori, ambulatori mobili, un centro di maternità e un centro cardiochirurgico, contribuendo anche contribuito alla ristrutturazione e all’equipaggiamento di strutture sanitarie già esistenti. In pratica facendo quello che, secondo alcuni malpensanti del tanto celebrato sovranismo, sarebbe del buonismo d'accatto, fine a se stesso, oltretutto condannabile perché non destinato ai "patrioti" italiani.
Così lo ha ricordato un'altra persona che lo ha conosciuto e con cui ha collaborato, padre Alex Zanotelli, altro promotore di pace:
«Per me è la perdita di un compagno di strada. E di un grande amico. L’ho sempre sentito così. L’ho conosciuto negli anni Novanta quando ero a Korogocho, baraccopoli di Nairobi (Kenya). E poi ho avuto occasione di incrociarlo più volte nel corso di manifestazioni per la pace. Un uomo che ha saputo schierarsi con le vittime. Lo ha fatto con Emergency e lo ha fatto con la sua testimonianza sulle guerre, in particolare Afghanistan e Iraq.Gino Strada aveva capito l’assurdità di questo sistema economico finanziario che affama la gente e che ricorre alla guerra per difendere i privilegi di pochi. Mi ricordo di una serata con lui e Tiziano Terzani al teatro Ambra Jovinelli nel 2003, quando la coalizione guidata dagli Stati Uniti scatenò la guerra contro l’Iraq. E ci lega anche la cittadinanza onoraria di Riace che abbiamo ricevuto insieme nell’agosto del 2018 dal sindaco Mimmo Lucano» (fonte Nigrizia).
E con Strada viene a mancare una voce importante che non si tirava indietro, mai, nel denunciare la propaganda di stampo fascista degli attuali estremisti di destra, così come l'ipocrisia di una presunta sinistra che si autocompiaceva di aver fermato le partenze dei migranti dalla Libia... dimenticandosi però di spiegare come: cioè finanziando i trafficanti di esseri umani che le promuovevano... come tra l'altro anche il cosiddetto governo dei migliori continua a fare!
Crediti immagine: Emergency