È un anticorpo "monoclonale", in grado di riconoscere e agire direttamente sulla proteina responsabile di aggredire le cellule respiratorie umane, quello alla base del farmaco che in queste ore viene indicato come prossima cura efficace per combattere la Covid-19 o, se si preferisce, il Sars-CoV2, il virus che ne sta alla base.

La ricerca che ha prodotto questo risultato, pubblicata sul sito BioRxiv, è stata realizzata dell’Università olandese di Utrecht e coordinata dal dottor Chunyan Wang.

E allora? Possiamo iniziare a stappare bottiglie di champagne, o se si preferisce di spumante, per cominciare a far festa? Purtroppo no, perché come ricordano gli stessi ricercatori responsabili dello studio, saranno necessari mesi prima che il farmaco possa essere considerato non solo realmente efficace, ma anche sicuro perché possa essere utilizzato su larga scala.

In base agli attuali protocolli internazionali, servono infatti almeno tre fasi di sperimentazione per arrivare alla sua commercializzazione, in modo da coinvolgere nella sperimentazione un numero crescente di persone che possano, per l'appunto, confermarne efficacia e sicurezza per poter superare gli standard delle varie agenzie di controllo internazionali.

Quindi, non ci resta che riporre bottiglie e bicchieri, sperare che perlomeno questa prima fase della ricerca possa essere confermata in futuro e continuare a restare chiusi in casa.