Prosegue il caos in Afghanistan a seguito della presa del potere da parte dei talebani, che di fronte ai media cercano di spacciare una nuova immagine di sé, mentre le cronache da Kabul e quelle dai rifugiati provenienti nella capitale da altri capoluoghi delle province afgane dicono tutt'altro.

Per questo, all'aeroporto di Kabul, proseguono nel caos le evacuazioni del personale delle forze di occupazione Nato con gli afgani non provvisti di un visto che cercando disperatamente di ottenere un passaggio su uno qualsiasi dei voli in partenza.

E per questo Biden definisce quella da Kabul una tra le evacuazioni più difficili della storia... che per lui finirà per essere anche un problema politico, con le elezioni di medio termine che metteranno di nuovo in discussione gli equilibri al Congresso tra repubblicani e democratici.

Poco importa che sia stato Trump a dare il via al ritiro delle truppe Usa e, di conseguenza, a quello delle altre forze Nato, tanto che a scadenza del suo mandato era ormai già risibile il numero degli americani schierati nel Paese, Biden alla fine rimarrà il responsabile di questo disastro per aver dato l'ordine definitivo, forse vittima anche di una non unicità di vedute tra militari e servizi di informazione.

Sul piano pratico, il ritorno al potere dei talebani in Afghanistan avrà anche delle conseguenze nei rapporti internazionali. Russi e cinesi già si stanno proponendo come interlocutori nei confronti dei talebani, senza dimenticare i turchi, nonostante siano una forza appartenente alla Nato! Tutte nazioni, queste ultime, dove il rispetto di diritti umani è conosciuto, ma che nella scala delle priorità è sicuramente agli ultimi posti.

E sempre sul piano pratico, come ci ricorda la Reuters, c'è un altro aspetto da non dimenticare in relazione alla caduta dell'esercito afgano e al repentino ritiro delle forze alleate: gli armamenti lasciati sul posto, adesso in mano ai talebani. 

Secondo quanto riferito all'agenzia di stampa da un funzionario Usa, approssimativamente, in mano ai talebani sono finiti più di 2.000 veicoli corazzati, tra cui gli Humvee statunitensi,  fino a 40 aerei inclusi degli UH-60 Black Hawk, elicotteri e droni militari ScanEagle, utilizzati soprattutto per la ricognizione.

Tra il 2002 e il 2017, solo gli Stati Uniti hanno fornito all'esercito afghano circa 28 miliardi di dollari in armi, tra cui pistole, fucili, razzi e occhiali per la visione notturna.

Se i mezzi aerei, probabilmente non potranno essere utilizzati dai talebani perché necessitano di personale specializzato, anche per la loro manutenzione anche a causa dei pezzi di ricambio che non possono essere reperibili sul mercato, diverso è il discorso per il resto degli armamenti, come gli Humvee, i mitragliatori e i visori notturni, che i talebani possono utilizzare immediatamente e che daranno loro un vantaggio enorme nei confronti di qualsiasi attività di resistenza che si potrà costituire per combatterli.

Quindi, in base a quanto è accaduto, 20 anni di guerra in Afghanistan sono serviti per equipaggiare militarmente i talebani con quanto di meglio loro stessi non avrebbero mai potuto sperare di ottenere... oltretutto anche gratuitamente. Un vero successo!