Boris Johnson, alle 23 del 31 gennaio non potrà far suonare le campane del Big Ben, perché sono in riparazione. Così, per salutare la Brexit, con l'intero quartiere governativo di Whitehall illuminato per l'occasione, il premier britannico farà proiettare sulla facciata del 10 di Downing Street un orologio per indicare con il conto alla rovescia il momento dell'uscita della Gran Bretagna dall'Europa. È stata coniata anche una moneta commemorativa che entrerà in circolazione proprio quel giorno.

Ma cosa accadrà a partire dal giorno dopo?

In parte lo ha dichiarato il cancelliere dello Scacchiere del governo Johnson, Sajid Javid, in una intervista al Financial Times affermando che al Regno Unito - che dopo la Brexit inizierà a dialogare con Bruxelles per rinegoziare nuovi accordi con l'Ue - non potranno essere imposte le attuali regole dell'Unione europea, perché non le accetterebbe. 

Nell'occasione, Javid ha invitato pertanto le aziende del Paese ad adeguarsi già fin d'ora ai futuri cambiamenti... probabilmente invitandole a rivedere le loro strategie commerciali, con nuovi accordi con Paesi extra Ue. 

L'invito - si può dire - è stato accolto quasi in tempo reale, tanto che la Food and Drink Federation ha rilasciato una nota in cui ha semplicemente ricordato al cancelliere che quanto da lui prospettato, quasi con certezza, farà aumentare i prezzi al consumo dei generi alimentari, già entro fine anno.

Non solo. Per la Confindustria britannica (Cbi), mantenere le norme Ue esistenti, permetterebbe a molte aziende di garantire gli attuali livelli occupazionali. Già lo scorso anno, i settori automotive, alimentare e farmaceutico avevano fatto presente al governo che, dopo la Brexit, non adeguarsi alle principali regole dell'Ue avrebbe creato seri problemi alla Gran Bretagna.

Dal 1 febbraio, in base a quanto dichiarato da Johnson, Uk ed Ue avranno 11 mesi di tempo per stabilire nuovi accordi che regolino i rapporti reciproci, commerciali e non. Per i negoziatori europei, la scadenza fissata unilateralmente da Londra è oltremodo insufficiente, prospettando come minimo un periodo di transizione di almeno due anni.

Al Financial Times, il cancelliere Javid ha detto che il Tesoro non darà supporto ai produttori che non si adegueranno alle nuove regole post Brexit, senza però specificare quali norme Ue non saranno più disponibili, aggiungendo anche che alcune imprese ne trarranno beneficio, mentre altre no. In ogni caso, non vi sarà più una unione doganale con l'Europa.