In base a quanto riporta l'Ansa, il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, questa mattina ha fatto sapere che la procedura per l'approvazione del Pnrr dell'Italia è partita ufficialmente, dopo che la Commissione ha lanciato la cosiddetta "procedura scritta", cioè il metodo di approvazione che prevede solo il via libera dei gabinetti in forma, per l'appunto, scritta.
E poiché non sono previsti ulteriori commenti al testo, il nostro Pnrr dovrebbe essere approvato definitivamente entro 24 ore, durata standard della procedura, una volta arrivata a questa fase.
Gentiloni ha poi "condito" l'annuncio con la seguente dichiarazione:
"Mantenere gli impegni sul Pnrr da parte dell'Italia sarà fondamentale, ma anche difficile, anche se ci sono condizioni favorevoli con un ampia maggioranza parlamentare guidata dall'uomo giusto al momento giusto, e cioè Mario Draghi".
Come sempre, in Italia possiamo affidarci all'uomo della provvidenza, sia che vesta in orbace, sia che sia un banchiere... dalla forza della violenza adesso siamo passati alla forza della finanza. Così in Italia ci affidiamo sempre ad una forza per risolvere i problemi della nazione, badando però ad escludere, sempre, di far ricorso alla forza della democrazia, anche se esiste una Costituzione.
Ma basta che qualcuno sventoli qualche decina di miliardi di euro che subito tutto può essere dimenticato.
L'Italia si appresta, nel giro di pochi mesi, a varare riforme che riguardano, tra l'altro, fisco e giustizia, perché altrimenti l'Europa non ci darà i soldi per costruire strade, ponti e ferrovie che serviranno a poco o nulla, almeno per chi vive in Italia, ma che permetteranno di incrementare il fatturato di alcune privatissime aziende italiane che da sempre campano grazie ai contributi pubblici.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha preteso che Draghi divenisse presidente del Consiglio, a seguito dei magheggi del lobbista Matteo Renzi, uno strano personaggio che chiede di farsi eleggere in Parlamento per poi meglio rappresentare, tra gli altri, gli interessi di fondi sovrani di Paesi terzi.
Renzi ha preteso che Draghi divenisse premier perché era la persona che dava garanzie ai suoi assistiti che i soldi dell'Europa potessero poi arrivare nelle tasche giuste.
Draghi non lo ha deluso e ha scritto in piena autonomia, facendo ciò che avrebbe fatto un qualsiasi dittatore di una qualsiasi repubblica delle banane, il futuro dell'Italia per gli anni a venire. Il Parlamento, messo di fronte al fatto compiuto, ha applaudito senza neppure conoscere che cosa Draghi avesse scritto.
Per i più distratti, nei prossimi giorni dopo che l'Europa avrà approvato il piano, verranno presentate riforme che i Renzi di turno ci spiegheranno che dovranno essere approvate nel giro di pochi nanosecondi, perché altrimenti verrebbe meno la nostra parola data all'Europa. Altri personaggi che pretendono di essere definiti giornalisti confermeranno tali dichiarazioni riprendendo a gran voce ciò che sarà scritto nelle veline fatte pervenire sulle loro scrivanie.
Quanto sopra riassunto, in breve, è ciò che accadrà in Italia nei prossimi mesi e che da tutti o quasi verrà definito normale, ma che normale non lo è affatto.
Quello che sta accadendo è ciò che, di fatto, accade in una dittatura, dopo un colpo di Stato. L'unica differenza è che in Italia non ci sono stati militari e violenza ad imporre la dittatura, ma una serie di mistificazioni appoggiate dalla Commissione Ue e dalla colpevole indifferenza dell'attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Qualcuno dirà che esistono i partiti che in Parlamento sono garanti degli interessi degli italiani.
E gli attuali parlamentari perché dovrebbero fare gli interessi degli italiani quando gli italiani hanno solo votato dei simboli o dei personaggi da carnevale facendosi incantare da slogan privi di logica e, pertanto, di senso? Qualcuno può avere il coraggio di spiegare quale sia il reale rapporto tra un parlamentare ed il suo collegio di appartenenza? Qualcuno può dire se un parlamentare eletto in un collegio dialoghi settimanalmente con i rappresentanti dei propri elettori per conoscerne esigenze e problemi?
Gli attuali parlamentari si sono fatti eleggere presentando dei programmi che già in precedenza (come sempre) sono stati disattesi e adesso si apprestano a votare delle riforme che si è inventato Draghi, messe sulla carta da un tizio o da una tizia da lui nominati.
Qualcuno, così per curiosità, si è mai posto una domanda semplice semplice? Ma perché diavolo andare a votare se poi quelli che dovrebbero essere i rappresentanti del popolo fanno quello che ... gli pare o che sembra gradito a Draghi, agli amici di Renzi o all'Europa?
Qualcuno ha iniziato a chiedersi che senso ha tutto questo e, soprattutto, come tutto questo possa ancora definirsi democratico?