A seguito di una campagna di boicottaggio pubblicitario, titolata "Stop Hate for Profit", avviata da diversi gruppi americani per i diritti civili a seguito della morte di George Floyd, per spingere i social network, e in particolare Facebook, a prendere provvedimenti concreti contro l'incitamento all'odio e la disinformazione, Mark Zuckerberg è corso ai ripari ed ha annunciato che la sua azienda inizierà a fare quello che prima non riteneva importante e giusto fare.

Ecco così che alcune ore fa  Zuckerberg ha comunicato, pubblicando un post sul proprio account, che il suo social interverrà per fornire informazioni corrette sulla prossima campagna elettorale, contrastando la diffusione di messaggi che promuovo odio, violenza e disinformazione.

Che cosa farà, in concreto, Facebook rispetto a quanto - almeno secondo Zuckerberg - già stava facendo in precedenza?

«Stiamo rivedendo la nostra politica pubblicitaria - ha detto il fondatore di Facebook - per vietare messaggi come quelli che indicano che persone appartenenti ad una specifica etnia, o ad una determinata nazione, o religione, casta, orientamento sessuale, identità di genere o status particolare (ad esempio immigrati) siano descritti come una minaccia per la sicurezza fisica, la salute o la sopravvivenza degli altri. Stiamo anche ampliando le nostre politiche per proteggere al meglio gli immigrati, i migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo dalle pubblicità che suggeriscono che questi gruppi siano inferiori o esprimano disprezzo o qualunque tipo di disapprovazione nei loro confronti».

Inoltre, alcuni contenuti che potrebbero essere fuorvianti ed essere in contrasto con le regole del social saranno segnalati agli utenti con un'etichetta, alla stessa maniera con cui Twitter ha segnalato i post di Trump.


A dire la verità, non è chiaro se quanto anticipato da Zuckerberg riguardi solo gli Stati Uniti e le elezioni presidenziali. Probabilmente no e, se tali azioni saranno attuate fin da subito negli Usa, c'è da credere che verranno estese anche al resto degli altri Paesi in cui Facebook è utilizzato. 

Se così sarà, gran parte della propaganda dei sovranisti in Italia dovrà essere completamente rivista, dato che finora i loro messaggi, promossi anche a pagamento, riguardavano proprio campagne d'odio discriminatorie a sfondo razziale.

Ma quanto annunciato da Zuckerberg non sembra essere stato sufficiente. Infatti, le azioni di Facebook venerdì hanno chiuso con un -8%  (anche Twitter ha chiuso in calo del -7%) dopo che Unilever ha dichiarato che avrebbe interrotto le sue pubblicità negli Stati Uniti su Facebook, Instagram e Twitter per il resto dell'anno, in concomitanza con le prossime elezioni presidenziali. 

Ore dopo l'annuncio di Zuckerberg, la Coca-Cola ha dichiarato che a partire dal 1 luglio metterà in pausa la pubblicità a pagamento su tutte le piattaforme di social media a livello globale per almeno 30 giorni. 

Uno dei principali investitori pubblicitari di Facebook, Procter & Gamble, mercoledì ha dichiarato che rivedrà i propri investimenti sulle piattaforme social e smetterà di spendere dove vengano promossi contenuti basati sull'odio. P&G ha rifiutato di dire se avesse già preso una decisione riguardo a Facebook.

Quel che è certo è che nel prossimo futuro, per quanto riguarda l'Italia, la bestia di Morisi dovrà completamente rivedere la strategia di comunicazione su Facebook utilizzata finora per promuovere Matteo Salvini.