Facendo leva sulla inconsapevolezza che da sempre lo contraddistingue, cercando di mostrare enorme soddisfazione, il ministro Lollobrigida, che all'Agricoltura ha dato il cervello invece delle proprie braccia, il 1 dicembre ha rilasciato questa dichiarazione a seguito della promulgazione della legge sulla carne coltivata:
"Con la puntuale promulgazione della legge da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ringrazio, da oggi l'Italia diventa ufficialmente la prima Nazione al mondo a contrastare attivamente la produzione di carne coltivata, con una norma che ne vieta la produzione, la commercializzazione e l'importazione". Così il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida sottolineando lo "straordinario risultato ottenuto con un ddl promosso dal Governo, sostenuto con la sottoscrizione di una petizione popolare di milioni di cittadini e attraverso atti di indirizzo di migliaia di assise comunali e di tutti i Consigli regionali. La norma, che oltre la mia porta la firma del professor Orazio Schillaci, ministro della Salute, è inoltre stata regolarmente notificata in Europa, come avevo annunciato in Parlamento. Ora potrà essere un esempio per le altre Nazioni europee ed eventualmente utile, in linea con le espressioni dell'Europarlamento, a evitare che questi prodotti vengano realizzati e commercializzati in futuro nell'Unione".Il provvedimento, spiega il ministro, "salvaguarda territorio, lavoro, equità sociale e qualità come elementi connaturati al cibo, che deve sempre garantire benessere oltre che essere visto come semplice nutrimento"."Un importante traguardo che dimostra come l'Italia sia tornata vettore, modello e avanguardia politica su temi come la sicurezza alimentare collegata alla salute. Come ha spiegato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel corso della COP28, bisogna garantire buon cibo a tutti. Oggi c'è un Governo che mantiene ad ogni costo gli impegni assunti, soprattutto quelli in difesa degli interessi nazionali", conclude.
Quello che però Lollobrigida si è dimenticato di aggiungere è che la legge di cui dice di andar fiero è stata inviata a Bruxelles perché la Commissione Ue la valuti. Non solo. La lettera che ha accompagnato il testo della legge afferma anche che l'Italia recepirà le eventuali osservazioni che le verranno inviate.
Dal punto di vista tecnico, in relazione alla legge sulla carne coltivata, l'Italia ha fatto ricorso alla procedura Tris (Technical Regulation Information System). La procedura prevede che in un lasso di tempo che può estendersi fino a 6 mesi la Commissione Ue e gli altri Stati membri possano inviare al Paese che ha fatto pervenire la notifica a Bruxelles - in questo caso l'Italia - singole osservazioni. In questo lasso di tempo, la legge non può essere adottata!
Pertanto, anche quando la legge sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, chiunque voglia proseguire la propria attività in relazione ai divieti imposti da Lollobrigida (che oggi riguardano solo gli istituti di ricerca) potrà chiederne l'inapplicabilità facendo ricorso ad un tribunale.
Dal punto di vista del merito, infine, appare incomprensibile come la Commissione Ue possa dare il proprio consenso ad un provvedimento che possa impedire, direttamente e indirettamente dei danni al mercato comune europeo, sia con il divieto di commercializzazione/importazione che con quello di produzione.
Quindi, di che cosa si possono compiacere Lollobrigida e Meloni?