Ungheria e Austria hanno già detto no ai rifugiati afgani. La posizione dell'Ue
Il 21 agosto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, era in Spagna per visitare il centro di accoglienza per il personale della delegazione afghana dell'UE e per le loro famiglie allestito presso la base aerea di Torrejón.
Nell'occasione, la von der Leyen, riguardo al problema dei rifugiati afgani, si è espressa in questi termini:
"Dobbiamo aiutare, è nostra responsabilità morale, e non solo aiutare gli afgani che arrivano qui in Spagna, ma anche quelli che sono rimasti in Afghanistan. Qui voglio sottolineare che l'Unione Europea è fermamente impegnata a continuare a sostenere le ONG che operano nel Paese. I bisogni umanitari stanno aumentando con gli sviluppi. Se guardiamo al numero di sfollati interni, è il numero maggiore, sono quasi 3,7 milioni di persone. E l'80% di loro sono donne, ragazze e bambini. E sono i più a rischio. Quindi dobbiamo contribuire a garantire che gli sfollati afgani possano tornare in sicurezza alle loro case, o almeno avere una prospettiva, sia che si trovino attualmente in Afghanistan oppure nei paesi vicini. A tal fine, la Commissione sta già lavorando per aumentare gli aiuti umanitari finora garantiti. Avevamo previsto una dotazione di 57 milioni di euro per il 2021, ma dobbiamo aumentarla. E presto presenteremo una proposta.L'altro problema riguarda la migrazione: dobbiamo impedire prima di tutto che le persone cadano nelle mani di contrabbandieri e trafficanti di esseri umani. Questi trafficanti di esseri umani mettono gli afgani, che in questo momento cercano di fuggire, in un pericolo identico a quello rappresentato dal conflitto. Quindi, a chi non può tornare alle loro case o restare nel Paese, dobbiamo offrire delle alternative.Ciò significa, in primo luogo, che dobbiamo offrire percorsi legali e sicuri a livello globale, organizzati da noi, come comunità internazionale, a coloro che hanno bisogno di protezione. E perché ciò avvenga, dobbiamo agire insieme, a livello globale. Questo sarà davvero uno dei temi della riunione del G7 della prossima settimana [si svolgerà questo martedì, ndr]. In occasione della riunione del G7, vorrei dare seguito al Forum per il reinsediamento che la Commissione ha organizzato a luglio insieme ad alcuni Stati membri, al Canada, agli Stati Uniti e all'UNHCR. Questo reinsediamento delle persone vulnerabili è della massima importanza, è un nostro dovere morale.E in questo Forum per il reinsediamento, abbiamo concordato di coordinare i nostri sforzi per trovare le soluzioni necessarie per i rifugiati bisognosi di protezione. Quindi, ora è il momento di mettere in pratica questo impegno. E in particolare, dobbiamo pensare a coloro che sono in imminente pericolo in Afghanistan, come i giornalisti o i difensori dei diritti umani, in particolare donne e ragazze.In Afghanistan ci sono, per 20 anni, generazioni che hanno potuto frequentare la scuola, che hanno potuto studiare, che hanno acquisito un'istruzione... sono generazioni a cui non puoi più togliere la possibilità di decidere che cosa voler fare nella vita. E quelle persone devono essere sostenute. Adesso rischiano di perdere tutti i loro diritti rimanendo in Afghanistan. Quindi, qui, invito tutti gli Stati che hanno partecipato alla missione in Afghanistan – europei e altri – a fornire quote di reinsediamento sufficienti e percorsi sicuri, in modo che collettivamente possiamo accogliere coloro che hanno bisogno di protezione. La Commissione è pronta a esaminare i mezzi di bilancio necessari per sostenere gli Stati membri dell'UE che si faranno avanti e aiuteranno il reinsediamento dei rifugiati".
Ieri è arrivata la prima risposta da parte dell'Ungheria e dell'Austria.
Il premier ungherese Viktor Orban, esempio illuminato dei sovranisti dell'estremismo di destra in Italia, Salvini e Meloni, ha dichiarato in un'intervista radiofonica: "Proteggeremo l'Ungheria dalla crisi dei migranti", riferendosi ai flussi migratori che arriveranno dall'Afghanistan.
Più o meno sulla stessa linea il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, che ha espresso il proprio parere via social: "Gli eventi in Afghanistan sono drammatici, ma non dobbiamo ripetere gli errori del 2015. La gente che esce dal Paese deve essere aiutata dagli Stati vicini. L'Ue deve proteggere le frontiere esterne e combattere la migrazione illegale ed i trafficanti di esseri umani. L'Austria ha accolto 44mila afgani. Abbiamo una delle più grandi comunità afgane pro-capite al mondo, dopo Iran, Pakistan e Svezia. Ci sono ancora grossi problemi con l'integrazione e siamo quindi contrari ad aggiungere altri profughi".
La posizione dell'Italia sul tema non è stata ancora ufficializzata da Draghi, che sembra favorevole ai corridoi umanitari per gli afgani, ma non può annunciarlo urbi et orbi per non mettere in difficoltà la Lega di Salvini che basa la propria propaganda sui respingimenti e che adesso si trova a doversi confrontare con la crescita di consensi dell'alleata (forse ancora per poco) Giorgia Meloni che, stando all'opposizione, può permettersi di utilizzare qualsiasi avvenimento per adattarlo alle esigenze della propria propaganda, senza badare se possa creare o meno problemi all'esecutivo.
Così Salvini, sulla crisi afgana, si ritrova a dover fare affermazioni prive di senso come questa: "Salvare le vite di donne e bambini in pericolo sì, ma senza aprire le porte del nostro Paese a migliaia di persone".
Infatti, se bisogna salvare donne e bambini, quale sarebbe il numero consentito da Salvini? Dieci e non cento? Mille e non duemila? E poi perché salvare donne e bambini e non i loro familiari? I sentimenti di una famiglia afgana valgono meno di quelli di una patriotica famiglia leghista? Una donna dovrebbe essere felice di essersi messa in salvo sapendo che il fratello, il marito o il padre rischiano di morire a migliaia di km di distanza? La logica sovranista finiosce sempre per mostrare le fondamenta razziste che la sostengono... anche se i media fanno fina di non vederlo.
Prima che i talebani riprendessero il potere, solo quest'anno più di 550.000 afgani erano state costrette a fuggire dalle loro case a causa dei combattimenti, secondo quanto riporta l'UNHCR. Il numero di sfollati all'interno del paese è adesso pari a 3,5 milioni di persone.
Alla fine dello scorso anno, invece, erano oltre 2,2 milioni i rifugiati e richiedenti asilo afgani presenti nelle nazioni confinanti, per la maggior parte in Pakistan e Iran. In Europa, la comunità afgana numericamente più grande è quella presente in Germania con oltre 180mila persone, mentre sono 13.400 gli afgani presenti in Italia.
Per quanto riguarda gli afgani richiedenti asilo in attesa che la loro richiesta sia accolta, in Turchia sono 125mila, in Germania 33mila e in Grecia 20mila.