Gli elementi fondamentali per la missione della Chiesa sono: l’amministrazione dei sacramenti, la preghiera, la predicazione, le opere di misericordia spirituali e corporali. Nelle opere di Sopoćko, soprattutto nelle omelie[1], notiamo che viene posta molta attenzione al compito della Chiesa nel predicare “il vangelo della misericordia”. In questo compito però, si dovrebbe conservare l’atteggiamento di rispetto, di libertà delle persone (non per costrizione ma per attrazione) e di tenerezza paterna.

Un accento che pone Sopoćko sulla missione della Chiesa, è quello di amministrare i sacramenti come segni efficaci della grazia che sgorga inesauribilmente dalla bontà infinita di Dio. Un altro compito sottolineato è quello di testimoniare la fede in Cristo con le opere di misericordia e con la preghiera incessante. La misericordia si rende necessaria soprattutto nelle situazioni create dai tempi difficili, come per esempio la guerra, il comunismo  e i totalitarismi in genere. Secondo la costatazione del Nostro, negli eventi ricordati, si viveva come se Dio non esistesse, ma Dio non poteva passare in secondo piano ed essere relegato ai margini. Il messaggio del Dio misericordioso è il centro che penetra il cuore del vangelo.

La Chiesa, appunto, non ha la missione di predicare un Dio astratto, vendicativo, iracondo o giudicante, ma piuttosto quella di lodare il Signore con i salmi per la sua infinita misericordia e senza limiti[2], di «presentarlo come Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione (2 Cor 1,3), ricco di misericordia (Ef 2, 4). La Chiesa ha il compito di raccontare la storia della salvezza del Dio misericordioso a tutti gli uomini, così come è testimoniato nell’Antico e nel Nuovo Testamento, di spiegare, come ha fatto Gesù nelle sue parabole, e di rendere testimonianza al solo Dio, che ha rivelato definitivamente la propria misericordia nella morte e risurrezione di Cristo»[3]. 

Consideriamo che la “predicazione sacramentale della Chiesa” è stata certamente quella che ha maggiormente attratto l’interesse del post-Concilio[4]. Essa illumina in modo magistrale il mistero della Chiesa, mettendone in evidenza l’originalità della natura  e la singolarità della missione. Tuttavia, dobbiamo ammettere che, per esprimere la natura e la missione della Chiesa, sono possibili altre sintesi, che si possono costruire attorno a questo o a quell’elemento costitutivo della Chiesa[5]. 

La predicazione della Chiesa, vista dal Sopoćko, dovrebbe convergere in due direzioni: quella sacramentale-mistica e l’altra etico-ascetica. La prima riguarda i sacramenti che svelano il mistero della salvezza di Cristo e attuano il “tempo della Chiesa”, cioè il “tempo della misericordia” e fanno scoprire che la Chiesa, nel suo crescere, si forma come “corpo di Cristo” nella storia[6]. La seconda, invece, stimola i credenti a praticare la verità con amore (cf. Ef 4,15), cioè a fare ciò che è giusto, guidati dall’insegnamento della misericordia. In un’omelia del Nostro, ricca di diverse espressioni metaforiche, leggiamo, infatti, che:

 «la Chiesa è il Cristo mistico, è impossibile arrivare al Cristo con il volto misericordioso se non attraverso la Chiesa. La Chiesa è la società visibile e straordinaria. Se troviamo nella Chiesa la fragilità umana non la possiamo associare alla natura divina della Chiesa, ma alla natura umana. La Chiesa è senza macchia nell’aspetto sacramentale, nel Credo, nella Legge, nei doni celesti e nei carismi. L’unione dei credenti in Cristo è stretta, attraverso l’ispirazione interiore e l’azione dello Spirito Santo, alle menti e alle anime nostre. Essa si dimostra attraverso la fede, i sacramenti, l’offerta e i comandamenti»[7].

 Tutto questo sta ad indicare che, dopo l’Ascensione di Cristo al Cielo, la Chiesa, nella sua missione, diventa la manifestazione e attuazione della potenza salvifica di Dio. Ciò significa che nella Chiesa si fa storicamente visibile e reale la salvezza dell’umanità, come espressione ed effetto della gloria del Signore, e che in essa tutti gli uomini, pellegrini sulla terra, possono trovare la fonte dell’acqua viva e della misericordia di Dio[8]. 

Infine, Sopoćko ritiene particolarmente importante il così detto “metodo della misericordia”, inteso come attualizzazione del messaggio della misericordia nel contesto della nuova evangelizzazione. Esso, però, non può essere condizionato o tanto meno attribuito, in modo superficiale o inopportuno, alle mode e ai gusti. L’evangelizzazione in tal senso, non predica alcun nuovo vangelo, ma attualizza l’unico e medesimo vangelo della misericordia, nella situazione dell’oggi. Il Nostro dice che, solo se si parla concretamente di Dio di fronte ai bisognosi e alle sofferenze degli uomini, se si capisce la causa principale dell’allontanamento dal Signore e se li si aiuta a desiderare e a scoprire il Dio misericordioso nella storia della loro vita, si può raggiungere il cuore degli ascoltatori e aiutarli a ritrovare la strada giusta, quella della vera salvezza[9].

Don Gregorio - ks. prof. Grzegorz Stanislaw Lydek


 
[1] Vedi M. Sopoćko, Jezus Król Miłosierdzia, pp. 26-201.
[2] Cf. M. Sopoćko, Centrum i peryferia [Il centro e la periferia], in “Wiadomości Archidiecezjalne Wileńskie” 10(1933), pp. 18-20.
[3] W. Kasper, Misericordia, p. 237.
[4] Cf. G. Colombo, Il Popolo di Dio e il mistero della Chiesa nell’ec­cle­siologia post‑conciliare, in “TeolMi” 10(1985) pp. 97-169.
[5] Cf. L. Sartori, Chiesa, in NDT, Paoline, Alba 1977, pp. 122‑148.
[6] Cf. M. Sopoćko, Jezus Król Miłosierdzia, p. 232.
[7] Ibidem, p. 233.
[8] Cf. M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. III, pp. 314-315.
[9] Cf. H. Ciereszko, Życie i działalność Księdza Michała Sopoćki (1888-1975), p. 529.