Il 19 luglio 2018 venivano depositate le motivazioni della sentenza denominata “trattativa Stato-Mafia” emessa il 20 aprile 2018 dopo cinque giorni di camera di consiglio dalla Corte di Assise di Palermo che condannava gli imputati Leoluca Biagio Bagarella (28 anni), Antonino Cinà (12 anni), Marcello Dell’Utri (12 anni), Mario Mori (12 anni), Antonio Subranni (12 anni), Giuseppe De Donno (8 anni) e Massimo Ciancimino (8 anni). Assolto l’ex ministro Nicola Mancino, al quale veniva contestato il reato di falsa testimonianza: ricorreva il ventiseiesimo anniversario della strage di via D’Amelio.
Nella sentenza composta da 5.252 pagine i giudici sottolineavano che: “(…) l’improvvisa accelerazione che ebbe l’esecuzione del dottore Borsellino” fu determinata “dai segnali di disponibilità al dialogo – ed in sostanza, di cedimento alla tracotanza mafiosa culminata nella strage di Capaci – pervenuti a Salvatore Riina, attraverso Vito Ciancimino, proprio nel periodo immediatamente precedente la strage di via D’Amelio”.
Agli imputati si contestava, a vario titolo, il reato di cui all’art. 338 c.p. (aggravato ex art. 339 c.p. e ex art. 7 d.l. 152/91) perché:
“(…) per turbare la regolare attività di corpi politici dello Stato italiano ed in particolare il Governo della Repubblica, usavano minaccia – consistita nel prospettare l’organizzazione e l’esecuzione di stragi, omicidi e altri gravi delitti (alcuni dei quali connessi e realizzati) ai danni di esponenti politici e delle istituzioni – a rappresentanti di detto corpo politico, per impedirne o comunque turbarne l’attività (fatti commessi a Roma, Palermo e altrove a partire dal 1992).”
Cosa prevede l’art. 338 c.p. per “Violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario o ai suoi singoli componenti”?
Testualmente: “Chiunque usa violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario, ai singoli componenti o ad una rappresentanza di esso o ad una qualsiasi pubblica autorità costituita in collegio o ai suoi singoli componenti, per impedirne, in tutto o in parte, anche temporaneamente, o per turbarne comunque l’attività, è punito con la reclusione da uno a sette anni.Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto per ottenere, ostacolare o impedire il rilascio o l’adozione di un qualsiasi provvedimento, anche legislativo, ovvero a causa dell’avvenuto rilascio o adozione dello stesso.Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto per influire sulle deliberazioni collegiali di imprese che esercitano servizi pubblici o di pubblica necessità, qualora tali deliberazioni abbiano per oggetto l’organizzazione o l’esecuzione dei servizi.”
Questo accadeva il 19 luglio del 2018, arriviamo al 2021 e la Corte d’Assise di Appello di Palermo, II Sezione in pubblica udienza dei giorni 20-23 settembre dello stesso anno pronunciava e pubblicava mediate lettura del dispositivo la seguente sentenza:
Visti gli artt. 592 e 605 C.P.P.,in parziale riforma della sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Palermo il 20 aprile 2018, e appellata da Bagarella Leoluca, Cinà Antonino, De Donno Giuseppe, Dell’Utri Marcello, Mori Mario e Subranni Antonio, nonché dalla parte civile Presidenza del Consiglio dei MinistriASSOLVEDe Donno Giuseppe, Mori Mario e Subranni Antonio dalla residua imputazione loro ascritta per il resto di cui al capo A9, perché il fatto non costituisce reato;DICHIARANon doversi procedere nei riguardi di Bagarella Leoluca, per il reato di cui al capo A), limitatamente alle condotte commesse in pregiudizio del Governo presieduto da Silvio Berlusconi, previa riqualificazione del fatto, ai sensi dell’art. 56 c.p., come tentata minaccia pluriaggravata a corpo politico dello Stato. Per essere il reato così riqualificato estinto per intervenuta prescrizione; e, per l’effetto, ridetermina la pena nei riguardi di Bagarella Leoluca in anni 27 di reclusione;ASSOLVEDell’Utri Marcello dalla residua imputazione per il reato do cui al capo A), come sopra riqualificato, per non aver commesso il fatto e dichiara cessata l’efficacia della misura cautelare del divieto di espatrio già applicata nei suoi riguardi.REVOCALe statuizioni adottate nei riguardi degli imputati De Donno, Mori, Subranni e Dell’Utri; e ridetermina in euro 5.000.000,00 l’importo complessivo del risarcimento dovuto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.Conferma nel resto l’impugnata sentenza, anche nei riguardi di Brusca Giovanni, coimputato in questo giudizio d’appello ai sensi degli artt. 587 e 601 c.p.p.Condanna gli imputati Bagarella e Cinà alla rifusione delle ulteriori spese processuali in favore delle parti civili costituite che liquida in complessivi euro 7.657,00, oltre IVA e c.p.a., in favore di Presidenza del C delle Consiglio dei Ministri, Presidenza della Regione Siciliana, Comune di Palermo, “Associazione tra familiari delle vittime di via dei Georgofili” e “Libera Associazione, nomi e numeri contro le mafie”, e in complessivi euro 5.194,00, oltre IVA e c.p.a. in favore di “Centro studi iniziative culturali Pio La Torre”, parte civile costituita ammessa al patrocinio a spese dello Stato, con il pagamento dell’importo predetto in favore dell’Erario.Condanna la parte civile appellante al pagamento delle spese del procedimento.Visto l’art, 544 comma 3 c.p.p., fissa in giorni 90 il termine per il deposito della motivazione della presente sentenza.
Palermo, 23 settembre 2021 Il Presidente
Angelo Pellino
Rimango sconcertata da simili ribaltamenti, non è possibile che un impianto accusatorio “regga” ai primi due gradi di giudizio e poi crolli in maniera così rovinosa ad un terzo giudizio che dovrebbe essere puramente tecnico e non entrare nel merito.
Nel caso specifico sembra che sia i PM che hanno istruito il processo, il Procuratore capo che lo ha autorizzato, i giudici del I° e II° abbiano sbagliato a valutare fatti, circostanze e testimonianze.
C’è da domandarci che conseguenze ha prodotto nella vita dei cittadini quella “pax” subentrata conseguentemente alla trattativa dei tre “eroi” in divisa con i vertici della mafia.
Basta guardarci intorno e ci si accorge che la vita in questo Paese si sta spegnendo, l’economia si sta inaridendo, le attività commerciali sane stanno chiudendo lasciando subentrare quelle di riciclo di denaro sporco.
Ho potuto sperimentare che il ruolo dei carabinieri sta diventando sempre più attivo nella vita sociale e politica del nostro Paese, parlo in senso negativo.
Che questa Forza Armata ha sempre avuto dei vertici compromessi gravemente con le forze eversive di destra, mafia, presidenti della repubblica traditori (vedi Segni, il Piano Solo e il generale dei CC De Lorenzo), governi filo atlantici che operavano in stretto contatto con la CIA, Gladio e la mafia che sbrigavano il “lavoro sporco” su inermi cittadini di uno Stato tradito; favorendo il potere economico nemico dichiarato della Costituzione: tutto questo è stato ormai formalizzato da numerose sentenze passate in giudicato.
I collaboratori di giustizia sempre più spesso indicano con precisione eventi e circostanze relative a fatti estremamente gravi dove sono coinvolti settori delle istituzioni: servizi segreti, politici, elementi dell’eversione nera, criminalità organizzata e Forze dell’Ordine che hanno reso vita difficile alle forze democratiche, hanno leso le libertà personali e costituzionali di molti cittadini che non si sono adeguati al pensiero unico, talvolta hanno massacrato innocenti ed inermi esseri umani per seminare paura, creare conflittualità sociale e politica al fine di favorire l'instaurazione di un regime totalitario.
Sostanzialmente il modello istituzionale filo atlantico deciso con il trattato di Yalta rimane tragicamente invariato, la Germania si è riscattata e si è guadagnata un posto preminente nell’UE e nella Nato; economicamente si autodetermina; politicamente riveste un ruolo attivo e determinante sia nell’ambito europeo che internazionale; la struttura interna sia politica che economica resta solida invece nel nostro Paese si sta verificando un arretramento generale sia culturale che civile, economicamente abbiamo rinunciato a difendere il Made in Italy con i suoi marchi prestigiosi e ciò ha fatto decadere la catena di indotto che aveva creato una stabilità interna sostenendo le piccole e medie imprese; la grande industria vive con il denaro pubblico approfittando della corruzione fortemente attiva all’interno delle istituzioni; il debito pubblico cresce per mancanza di reale sviluppo economico; lo stato sociale sta scomparendo per la macroscopica evasione fiscale; la povertà è in aumento perché il mercato del lavoro è nelle mani delle “cricche partitocratiche” che controllano non solo le assunzioni nel settore pubblico ma soprattutto in quello privato (commercio, artigianato, assunzioni di operai o personale di segreteria, addirittura braccianti agricoli).
Quella “innocua trattativa” avvenuta durante il periodo delle stragi del 1992 1994 è un insulto alle coscienze dei cittadini onesti, si è preferito usare il classico colpo di spugna piuttosto che chiarire una situazione che avrebbe determinato una grave ma necessaria crisi istituzionale. Quella sentenza ha chiuso definitivamente le porte alla speranza e al riscatto.
È stata una dichiarazione dell’ex segretario generale della Lega Nazionale del Centro Sud e Isole, nata nei primi anni ’90 con l’intento di dividere l’Italia in due parti che ha fatto riaprire una indagine archiviata che riguarda il patto scellerato tra il "non stato e la mafia": fu il "non stato" a proporre alla mafia di destabilizzare lo Stato di diritto in concerto con le forze eversive di destra, con i servizi segreti , Gladio ed altri, l'operazione fu finanziata con fondi reperiti tra gli imprenditori in odore di mafia.
Si è preferito evitare una pulizia radicale lasciando che il cancro così diffuso continuasse a distruggere uno Stato con la scusa che toglierlo avrebbe destabilizzato i vertici politici e istituzionali con la conseguenza di farlo crollare.
Queste rimangono gravi scusanti per non cambiare la situazione, Berlusconi è stato l’artefice di un ulteriore stadio di degrado della situazione infatti il “pifferaio magico” con le sue spacconate mediatiche, elegantemente confezionate, è riuscito a convertire milioni di individui ai suoi vuoti e pericolosi “programmi economici e politici” che hanno amplificato le difficoltà di milioni di cittadini per poi abbandonarli al loro destino.
A mio avviso in quella trattativa ci fu un elemento che venne sempre ignorato dalle indagini e che rappresentava una contropartita allettante alla quale la criminalità organizzata mirava: mettere le mani sui fondi strutturali europei del '92/'94, miliardi a portata di mano a costo zero per loro ma un aumento del debito pubblico per i poveri cittadini.
Il sistema avverso alla Costituzione che aveva dominato ininterrottamente dal dopoguerra in poi con il terrore e sanguinosi attentati veniva a sua volta destabilizzato dall’inchiesta di “Mani pulite” facendo perdere alla mafia i suoi referenti politici.
Con la trattativa conclusa nel '93/'94 si ricreavano le condizioni affinché il “vecchio sistema” continuasse ad esistere ed operare cambiando solo le etichette e alcuni attori.
Berlusconi era il predestinato a quel compito: tanto rumore per nulla e molti capitali da spendere allegramente come infatti avvenne.
Oggi ci troviamo allo stesso punto degli anni ’92/'94: un Paese divorato dal parassitismo e dalla corruzione e una possibilità - ottenuta dal “famigerato” ex Presidente del Consiglio Conte che, lottando come un leone, ha ottenuto capitali in prestito dalla UE - per ricostruire un Paese ormai svuotato e si sta ripetendo lo stesso rituale scandaloso che avvenne nel passato con i finanziamenti strutturali europei.
È sempre una questione di capitali facili da prendere infatti il "vecchio" puntualmente riappare quando c’è il piatto pieno e si ripete la stessa farsa.