Ricapitolando. Uno sconvolto, tra il disperato e l'inconsapevole, difficile definirlo altrimenti, scrive sul proprio profilo Twitter alcune minacce alla Meloni, che lui metterà in atto nel caso lei dovesse cancellare il Reddito di Cittadinanza.

Tanto sono reali tali minacce che l'account da cui vengono diffuse consente a Digos e polizia postale di identificarlo, senza tanti problemi. Si tratta di un 27enne siciliano, della provincia di Siracusa, adesso pure indagato per violenza privata aggravata. 

Prima una banalissima considerazione. Se le ripetute minacce fossero state serie, sarebbero state inviate da un account facilmente rintracciabile? Un delinquente vero avrebbe usato VPN, Tor, DNS di Russia e Cina e quant'altro a disposizione per riuscire a mascherare la propria identità nel caso di voler annunciare una minaccia che realmente avesse voluto mettere in atto.

Quindi, come interpretare quei post in cui voleva "sventrare" la Meloni? Come segno di disperazione... non certo come una minaccia reale.

Ma per i post-fascisti mascherati da conservatori, anche la disperazione è un'occasione per farsi propaganda, alimentata stavolta dal vittimismo. E così ecco quello che hanno prodotto riportato nei seguenti esempi (ripresi da Fanpage):

Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera: "È un clima brutto che viene sollecitato da alcune prese di posizione politiche decisamente sopra le righe da chi evidentemente, dopo aver gridato da quel balcone che la povertà era abolita, oggi deve dare una risposta a persona a cui non ha trovato un lavoro". 

Guido Crosetto, ministro della Difesa: "Si trovano sempre persone squilibrate pronte a farsi influenzare da maestri privi di scrupoli – attacca il ministro Crosetto, storico braccio destro di Meloni – La cosa che mi colpisce è che chi lo sta facendo, quotidianamente, ne ha totale consapevolezza, ma prosegue a farlo imperterrito".

Licia Ronzulli, capogruppo di Forza Italia al Senato: "Qualcuno sta fomentando queste piazze, sta armando le mani di questi folli che poi decidono di minacciare e spingersi oltre. Stanno armando, lo ripeto e lo rivendico".

Il ministro dell'Umiliazione, Ciriani: "Dovrebbero vergognarsi quei leader politici che soffiano sul fuoco della protesta violenta – attacca – Ci aspettiamo condanne ferme da parte di tutti, partendo da Giuseppe Conte".

Giovanni Donzelli, Fratelli d'Italia, in un tweet taggando Conte: "Fomentare rabbia sociale per raccattare qualche voto è pericoloso".

La neo-patriota Maria Elena Boschi di Italia Viva: "Il clima d'odio che qualcuno cerca di alimentare nel Paese prende voce sui social".

E di chi stanno parlando questi "geni" della politica?  Ma ovviamente di Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, che il Giornale accusa con queste parole:

"Da mesi inforca la bandiera del reddito di cittadinanza per fare la guerra al centrodestra. Aveva iniziato ad agitarla in campagna elettorale minacciando "rivolte sociali". E ancora oggi, nel criticare la legge di Bilancio, continua a gettar benzina sul fuoco del disagio sociale. Una strategia che attecchisce soprattutto tra chi quel disagio lo prova sulla propria pelle e che rischia di tramutarsi da odio social a violenza vera e propria".

In pratica, secondo il minculpop dell'ANNO I dell'era post-fascista, in Italia non è possibile fare opposizione seria, e pertanto non è possibile denunciare e criticare le baggianate sesquipedali che il governo di Giorgia Meloni vuol mettere in atto, perché altrimenti, chi lo fa, fomenta la violenza.

I post-fascisti non si vergognano di ciò che dicono e fanno, perché non hanno il senso della vergogna e, di conseguenza, non hanno neppure quello della misura.

Tutti gli altri che ancora ragionano, invece, dovrebbero rimanere in silenzio ed assistere, attoniti, a questo teatro dell'assurdo.

Ma fino a quando?