Cronaca

Altro che “esorcismo” dell’indifferenza!

Ci proviamo a esorcizzare questo terribile male che è l’indifferenza; magari con quella banale lirica che proponevo qualche giorno fa “Esorcismo dell’indifferenza”. E lo voglio ribadire ancora, attraendo nuovamente un’attenzione che possa farci chiedere: cosa ci aspettiamo esattamente, come Italia, come Europa, come pianeta Terra, quando respingiamo i barconi dei disperati o quando iniziamo ad aprire le danze della demagogia politica e dello scaricabarile?

Che il problema si risolva da solo? Che ce lo risolva qualche altro Stato più o meno lavativo di noi?

Posso capire chi dice «prenditeli a casa tua», o «aiutiamoli a casa loro». Nel senso che posso capire la patologia di cui soffrono, non certo la logica di quello che affermano. In quanto di logica, di ragionevolezza, queste frasi non hanno nulla: cosa vuoi prendere o aiutare gente che hanno preso il volo dal proprio paese e sono già in balia della tremenda calma del mare? Ma non solo. Comunque sono già lì; quasi ogni giorno.

Magari prima che “prendessero il volo” e affrontassero l’inimmaginabile (per te che sei al calduccio), a “casa loro” non c’è proprio andato nessuno, tranne la solita manciata di poveri cristi missionari laici o religiosi che siano. Vanno a prelevare, semmai. A fornire armi per le guerre civili infinite. A spremere risorse e quant’altro in paesi allo stremo, e con livelli d’ignoranza – appositamente mantenuti tali – che non hanno eguali nemmeno con la già gravissima ignoranza del nostro fantasmagorico occidente progredito.

Una media di 3.000 MORTI all’anno, nel solo Mediterraneo, su 180 mila “impavidi traversatori”, ossia quasi il 2% di probabilità di lasciarci le penne per chiunque ci provi. In pratica il mare per loro fa circa lo stesso effetto di beccarsi il Coronavirus come “soggetti fragili”. Certo che per chiamarli “migranti economici” ce ne vuole di faccia tosta.
E questa la realtà! Caro Tu, che magari leggi indignato le mie due righe pellegrine.
Ma te lo ripeto: cosa ci aspettiamo, che il problema si risolva da solo?

E’ come ogni altro problema “nostro”. La crisi, la povertà, il lavoro che manca, i servizi che fanno schifo. Ed è un problema anche nostro! Andrebbe capito questo: che è un problema anche nostro.
Prenderli e rispedirli indietro, o fargli vivere l’inferno perché la Franzia o la Zermania, piuttosto che Wakanda (ma già no, Wakanda non farebbe storie… il problema sarebbe arrivarci), fanno le pulci alle quote e sparano a zero sulla nostra “disumanità”, si può ritenere una soluzione?

Ad essere cinici e senza scrupoli, sicuramente. E’ una soluzione. Ma se volendo essere ancora più radicali perché non parlare con Putin e Biden, che non vedono l’ora di provare i loro gingilli di sterminio globale, per lanciarne qualcuno in questi territori inutilmente sovrappopolati e rompiscatole? Chiediamoglielo. Ma temo che non sarebbero d’accordo; e non farebbe comodo nemmeno a noi, perché poi non rimane nulla da spolpare.

Si spreme e si specula sempre sul dolore e sulla miseria umana, che dunque deve esserci altrimenti non si fanno buoni affari. Questo il “popolino” dovrebbe capirlo una volta e per tutte, anziché impettirsi sui social e schiamazzare ad ogni occasione contro disperati che cercano solo di vivere un po’ meglio. Ci sono anche criminali la sopra? Ovvio, e che c’entra!

Ma che speranza c’è, dico io, se lo stesso “popolino” non è minimamente in grado di comprendere le supercazzole quotidiane che i politici gli propinano su questo o quel problema. E di buon grado, inebetiti, si godono la panzana distrattiva del momento che fa regolarmente capolino: i migranti sono delinquenti, ci assalgono, ci conquistano, ci tolgono il lavoro!

Ma a parte questo, esploderanno. Eh, si! Perché si tratta di un epilogo ovvio: se manca il pane, soffrirò oggi, domani, e anche per anni, ma a un certo punto mi organizzo e me lo vengo a prendere.
Non siamo poi così lontani da questo. Ma ci aspettiamo, evidentemente, che non accada mai.


Base foto: Anja da Pixabay

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Autore P. Giovanni Vullo
Categoria Cronaca
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