Salute

Facciamo il punto sui principali vaccini anti-Covid già in uso e quelli che lo saranno a breve

Il numero di vaccini in circolazione già autorizzati in alcuni Paesi e non in altri, insieme ad alcuni vaccini il cui studio è ancora in fase di completamento, rappresentano un'importante risorsa per il futuro. Il vaccino AstraZeneca per le sue caratteristiche non credo sia adatto alle vaccinazioni in tutto il mondo. E' un vaccino che nell'emergenza darà dei risultati, ma non credo abbia grossa storia futura.

Bisogna inoltre fare i conti con mutazioni importanti del virus, con alcuni di essi che probabilmente sono destinati a fallire o ad essere meno efficaci. Non abbiamo inoltre la certezza della durata dell'immunità. Al momento anche persone vaccinate persino con due dosi che lavorano in ospedale risultano positivi al tampone. Questo fino a quando tutta la popolazione o gran parte della popolazione non viene vaccinata, porterà sempre all'isolamento dei portatori positivi. Inoltre bisogna ancora vedere bene che titolo anticorpale riesce a sviluppare in tutti il vaccino. 

Un ottimo articolo comparso su Medico e paziente a firma di Pierpaolo Benini  tira le somme  sui vari vaccini e dissipa molti dubbi. 

La notizia più recente sul fronte dei vaccini anti Covid-19 è la pubblicazione dei dati preliminari degli studi di Fase 3 per il vaccino russo Sputnik V, che risulta "sicuro ed efficace in ogni fascia di età". Questo vaccino, come quello di AstraZeneca utilizza un vettore virale (adenovirus ChAdOx), mentre altri usano altri vettori virali o la più recente tecnologia a RNA Messaggero.

La ricerca e la sperimentazione dei vaccini continua però in tutto il mondo. Ecco una sintesi della situazione attuale.

Vaccini autorizzati in Unione Europea e negli Stati Uniti d’America

Pfizer/BioNTech
Primo vaccino arrivato ad avere le autorizzazioni per l’uso di emergenza dalle autorità di controllo di Europa e Stati Uniti, rispettivamente EMA e FDA, è basato sulla tecnologia a RNA messaggero (mRNA) e nei test vanta una efficacia del 95%, va somministrato in due dosi con 3 settimane di attesa. (EMA).

Moderna
Anche questo vaccino, autorizzato da EMA in Europa dal 6 gennaio, è basato sulla tecnologia mRNA. Va somministrato in due dosi a 4 settimane di distanza, e i dati di test, effettuati per ora solo su una popolazione di età superiore a 18 anni, riportano un’efficacia del 94.1% (EMA).

AstraZeneca / Oxford
L’ultimo per ora autorizzato in Unione Europea, e sempre con la procedura per l’uso di emergenza, utilizza una versione modificata dell’adenovirus dello scimpanzé, che facendo da vettore per il trasporto della proteina dello spike del SARS-CoV-2 riesce ad attivare una risposta immunitaria utile per il Covid-19. I test effettuati riportano un’efficacia attorno al 60%. Non ci sono ancora dati sufficienti per valutarne l’efficacia in pazienti con più di 60 anni, e AIFA ha indicato di somministrarlo preferibilmente a pazienti sotto i 55 anni e senza patologie croniche. (EMA)

 

Vaccini non ancora autorizzati in EU e USA

Johnson & Johnson
A differenza dei vaccini sinora autorizzati non necessità di conservazione a -80C° ed essendone prevista la somministrazione in una sola dose, potrebbe essere un’alternativa molto più  economica e pratica per mitigare gli effetti della pandemia. Come il vaccino AstraZeneca utilizza come vettore un adenovirus, e l’efficacia attesa è minore rispetto ai vaccini mRNA. Ne è attesa l’approvazione negli Stati Uniti per la fine di Febbraio.

Novavax
Come per gli altri sinora autorizzati in Europa e Stati Uniti il vaccino della casa di biotecnologie americana richiede due somministrazioni a distanza di tre settimane. È interessante che avendo la società avviato una collaborazione con il Serum institute in India, dotato di grandi capacità produttive, potrebbe una volta autorizzato consegnare dei quantitativi ingenti in poche settimane. I test clinici effettuati in UK e Sudafrica ne indicano l’efficacia intorno al 89%.

Russia

Gamaleya – Sputnik V
Sviluppato dal Centro nazionale di ricerca epidemiologica e microbiologica N. F. Gamaleya di Mosca già a novembre aveva dichiarato valori di efficacia del 92%, ma essendo un test condotto su un numero molto ridotto di partecipanti, molti avevano dubitato della reale efficacia del prodotto russo. Sono stati pubblicati però altri test, che pure non definitivi, ne confermerebbero la sicurezza ed efficacia. Lancet Feb 2, 2021
Il vaccino russo è basato su due diversi adenovirus, e viene somministrato in due dosi, per ora solo in Russia e in Bielorussia, Serbia, Venezuela, Iran, Argentina e Messico.

Vector
Altro vaccino russo, di cui non si conosce ufficialmente l’efficacia, ma di cui sono in corso i test di fase III.


Cina

Sinopharm
Non tutti i dati necessari sono per ora pubblici, ma è stato autorizzato in Cina già dalla scorsa estate, si basa su virus inattivato, e avrebbe un’efficacia del 79,3%.

Sinovac – Corona-Vac
Non sembra un vaccino particolarmente efficace, i test condotti riportano dei valori di poco superiore al 50%, il minimo necessario per le autorizzazioni in diversi paesi, ma viene attualmente usato oltre che in Cina, in Brasile, Cile, Turchia e Indonesia.

CanSino – Convidecia
Vaccino da somministrare in una sola dose, basato sul trasporto con adenovirus, è in fase III in diversi paesi. Non ci sono dati sulla sua efficacia.


India

Bharat – Conaxin
Autorizzato per l’uso in emergenza solo in India, non è ancora giunto alla fine della fase III, e non si hanno dati ufficiale sulla sua efficacia.
È basato su virus inattivato, e va somministrato in due dosi a 4 settimane di distanza.


Germania

CureVac – CVnCoV
Un altro vaccino che utilizza la tecnologia dell’RNA messaggero,  da poco entrato nella fase 3 con ben 36mila volontari in Germania, non ha ancora diffuso dati di efficacia, ma per la tecnologia su cui è basato si attendono buoni risultati, tanto che la Commissione Europea ne ha prenotate 225 milioni di dosi,  Bayer ha annunciato che ne sosterrà la produzione e GlaxoSmithKline ha annunciato un accordo con CureVac per la produzione fino a 100 milioni di dosi del vaccino,
Altra nota positiva è che non necessita di super refrigerazione, ma un normale frigorifero è sufficiente alla sua conservazione.


Italia

ReiThera/Spallanzani – Grad-Cov-2
L’azienda italiana ha ricevuto 81 milioni di euro di finanziamento da parte di Invitalia per proseguire lo sviluppo del sua vaccino basato su adenovirus, ma le sperimentazioni sono all’inizio, e certo sarà molto difficile organizzare le sperimentazioni di fase III che come noto necessitano di migliaia di volontari, che quando saranno organizzati i test non dovranno ovviamente esser già vaccinati con un altro vaccino.


Merck
ha annunciato il 25 gennaio di aver abbandonato i due progetti di ricerca che aveva in corso, e Sanofi, che ha tuttora in corso due diversi progetti di ricerca, ha avuto notevoli difficoltà e ha dichiarato che non arriverà ad un risultato concreto nel 2021.

Autore Vincenzo Petrosino
Categoria Salute
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