"Il green pass così come voluto dal Governo Draghi è una misura economicida e che non serve a combattere il contagio. Fratelli d'Italia lo ha sostenuto fin dall'inizio e con coerenza abbiamo formalizzato questa posizione negli emendamenti all'ultimo dl Covid discussi oggi alla Camera. Il no del Pd e del M5S non stupisce ma siamo felici che nella maggioranza ci sia chi abbia condiviso le proposte di FdI. Noi continueremo su questa strada e a batterci contro questa misura insensata".

In tali termini Giorgia Meloni ha orgogliosamente riassunto la posizione del proprio partito, Fratelli d'Italia, in merito all'utilizzo del green pass per come è stato formulato dal Governo, applaudendo a chi, nonostante faccia parte della maggioranza, abbia condiviso le proposte del suo partito.

La Meloni si riferisce alla Lega di Matteo Salvini che, in base all'andamento dei sondaggi, decide di volta in volta la line apolitica da adottare e far adottare al suo partito. Poiché stando all'opposizione FdI sta facendo man bassa di consensi, Salvini ha deciso di seguirne le orme, copiando di volta in volta le dichiarazioni e le scelte fatte da Giorgia Meloni. Ma c'è un problema.

Sta nel fatto che se certe scelte in contrapposizione al Governo vengono fatte da FdI, nulla quaestio, essendo FdI un partito all'opposizione. Ma se un partito che fa parte della maggioranza, come la Lega, vota contro il Governo, si pone inevitabilmente un problema politico.

Mercoledì, la Lega ha mandato Claudio Borghi in commissione Affari Sociali, in sostituzione di un collega assente. Che cosa ha fatto Borghi? Ha votato a favore degli emendamenti contro il green pass. Nonostante ciò gli emendamenti non sono passati, con il rammarico dello stesso Borghi che via social ha dichiarato:

"Votazione in commissione sanità sulla soppressione green pass in toto. Ho ricordato le risoluzioni di Consiglio d’Europa e Commissione UE. Niente. Votato a favore della soppressione del green pass Lega, FdI e ex M5S. Contrari tutti gli altri". 

La scelta di Borghi non è passata inosservata e il segretario dem l'ha commentata così: 

"Il green pass è il perno dell'offensiva del nostro Governo per liberarci dal coronavirus. La Lega vota contro il green pass in Parlamento. Sono l'unico che si domanda, basito, come la Lega possa stare in maggioranza?"

In una dichiarazione radiofonica, sull'argomento lo stesso Letta si è espresso in questi termini:

"È un fatto gravissimo che la Lega, una forza politica che sta al Governo abbia votato in commissione contro il green pass. È una cosa non compatibile con lo stare nella maggioranza di Governo. Chiedo un chiarimento politico ufficiale. Non è possibile che su questo tema ci sia stato in Consiglio dei ministri un atteggiamento da parte dei ministri leghisti e in Parlamento un atteggiamento diverso da parte dello stesso partito. Un gioco come questo è insopportabile. Quella della Lega è una posizione che strizza l’occhio al mondo no vax, lo stesso che è costato tanto agli italiani. La Lega oggi ha legittimato le manifestazioni del mondo no vax, è una cosa gravissima. ... Le forze politiche che strizzano l’occhio ai no vax danneggiano il lavoro che il governo sta facendo. Questo atteggiamento, se non si ferma subito, è l’inizio della fine dello stare insieme al Governo".

Salvini ha replicato così a Letta:

"Se lo Stato impone il Green Pass per lavorare, viaggiare, studiare, fare sport, volontariato e cultura, deve anche garantire tamponi, rapidi e gratuiti, per tutti. Sono certificati, funzionano, costano poco e possono essere usati da tutti. Ci sono milioni di italiani che non possono spendere altre centinaia di euro ogni settimana, in un momento già economicamente difficile. Vediamo se PD e 5S voteranno a favore in Commissione. Non si tratta di essere no vax o no Green Pass - o sia l'uno che l'altro - si tratta di aiutare milioni di italiani in difficoltà. Non tutti trovano 24mila euro nella cuccia del cane".

Una dichiarazione, quella di Salvini, che è però considerata perdente in partenza... anche all'interno del suo stesso partito! Infatti, il presidente della regione Veneto, il leghista Luca Zaia, già da alcuni giorni aveva anticipato di non voler più offrire tamponi gratuiti a spese della regione, perché ciò, con il green pass, sarebbe finito per diventare un disincentivo alle vaccinazioni.

Evidentemente, Matteo Salvini deve chiarirsi le idee sul fatto di dove voler stare: se in maggioranza o all'opposizione. Infatti è difficile credere che Draghi possa sopportare a lungo tali pagliacciate dettate dalle necessità della propaganda. E dopo aver evitato la grana Durigon, adesso la Lega ne ha creata subito un'altra... addirittura ancor più grossa della precedente.