Per Medvedev gli ucraini hanno respinto la tregua di Natale perché non hanno fede essendo dei "maiali"
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ritiene che Kiev abbia rifiutato "la mano della misericordia cristiana" rifiutando la proposta di tregua natalizia di Mosca. Tuttavia, secondo lui, questa situazione creerà "meno problemi e scaltrezze" alle forze armate russe.
"Con cristiana misericordia, una mano è stata tesa agli ucraini durante la grande festa [il Natale che secondo il calendario giuliano le chiese ortodosse celebrano il 7 gennaio]. I loro leader l'hanno respinta. Penso alla maggior parte dei nostri militari che prendono parte all'operazione militare speciale delusi quando hanno sentito il rifiuto ... di un cessate il fuoco per il giorno di Natale. Meno problemi ... [per l'esercito russo, ndr]".
Così ha scritto sul suo canale Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, dicendosi anche dispiaciuto per le persone che sono state private dell'opportunità di andare in chiesa:
"Ma i maiali [cioè gli ucraini, ndr] non hanno fede e nessun innato senso di gratitudine. Capiscono solo la forza bruta".
Nel frattempo, il ministero della Difesa russo ha dichiarato che le forze armate ucraine hanno continuato a bombardare, nonostante il cessate il fuoco imposto da Mosca.
"Nonostante l'osservanza del regime di cessate il fuoco da parte dell'esercito russo dal 6 gennaio alle 12:00 ora di Mosca, il regime di Kiev ha continuato a bombardare insediamenti e posizioni delle nostre truppe",
afferma il rapporto dove si precisa che
"in direzione di Krasnolimansky, le forze armate ucraine hanno sparato quattro volte contro le posizioni russe utilizzando dei mortai, e nell'area di Belogorovka sul territorio della LPR hanno aperto il fuoco tre volte con pezzi di artiglieria. Otto bombardamenti sono stati registrati vicino a Novopavlivka nella regione di Zaporozhye".
Di tutt'altro avviso le notizie da Kiev, che denuncia un bombardamento russo nell'oblast di Kherson che ha causato la morte di 6 persone, tra cui un dodicenne. Sempre Kiev ha affermato della possibilità di operazioni sotto falsa bandiera da parte dei russi che avrebbero programmato di attaccare alcune chiese nelle aree occupate per poi addossarne la colpa agli ucraini.
In questo clima, le parole di auspicio di papa Francesco all'Angelus dell'Epifania sembrano inutili:
"Rivolgo di cuore il mio augurio alle comunità delle Chiese orientali, cattoliche e ortodosse, che domani celebrano il Natale del Signore, in modo particolare vorrei fag giungere ai fratelli e alle sorelle del martoriato popolo ucraino. La nascita del Salvatore infonda conforto e infonda speranza, ispiri passi concreti che possano condurre alla fine dei combattimenti e alla pace. Preghiamo tanto per l'Ucraina e per la pace".
Di sicuro, Kiev non pensa alla pace ma a come vincere la guerra, come suggeriscono le dichiarazioni odierne del ministro degli Esteri Kuleba:
"Il tempo del tabù delle armi è finito. Stiamo entrando in una fase decisiva".
Kuleba ha commentato in tal modo le notizie sulle promesse di nuove armi, indicandole come il risultato della "maratona diplomatica" condotta dal presidente Zelensky.
Dagli Stati Uniti, secondo Politico, arriveranno i primi missili Sea Sparrow per intercettare aerei o missili da crociera, mentre la Germania, nel primo trimestre del 2023, fornirà 40 Marder, veicoli da combattimento per la fanteria, secondo quanto dichiarato da Nils Schmid, portavoce della politica estera del Partito socialdemocratico.
Infine, per lo Stato Maggiore ucraino, dal giorno dell'invasione, la Russia avrebbe perso finora 110.250 soldati.