Cripto valute ed NFT, il Regno Unito presto leader mondiale
Il governo del Regno Unito ha annunciato l’intenzione di coniare un proprio Nft come parte di una spinta per diventare un “leader mondiale” nello spazio delle criptovalute.
Il Cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak – secondo Cnbc – ha chiesto alla Royal Mint, la società di proprietà del governo responsabile del conio di monete per il Regno Unito, di creare ed emettere un token digitale “entro l’estate” e che “ci saranno più dettagli disponibili molto presto”.
Gli Nft sono certificati digitali che rappresentano la proprietà di un oggetto virtuale come un’opera d’arte e utilizzano la tecnologia blockchain, alla base di molte criptovalute. Hanno guadagnato molta popolarità nell’ultimo anno grazie alla maggiore adozione da parte di celebrità, grandi aziende e del mondo del calcio.
L’iniziativa Nft del Regno Unito fa parte di uno sforzo più ampio del governo per “aprire la strada” nel settore delle criptovalute, secondo John Glen, il ministro del Tesoro che ha annunciato una serie di misure che il Paese intraprenderà per le risorse digitali, da quelle normative a quelle fiscali, compresa l’istituzione di un gruppo criptovalute che sarà presieduto da ministri e membri ospitanti delle autorità di regolamentazione e delle aziende crittografiche del Regno Unito.“Non dovremmo pensare alla regolamentazione come a una cosa statica e rigida – ha aggiunto Glen – dovremmo pensare in termini di codice normativo, come il codice del computer, che perfezioniamo e riscriviamo quando necessario”.
UK e il rapporto con il mondo delle criptovalute
A dire il vero in Europa lo UK è già in assoluto uno dei paesi più avanzati nello sviluppo di una vera e propria infrastruttura a servizio dell’innovazione in ambito crypto, ma più o meno a livello della Svizzera (o forse anche meno).
L’obiettivo del governo non è solamente quello di rendere la Gran Bretagna il centro europeo delle criptovalute, ma di farne un centro importante a livello globale. Da questo punto di vista però dovrà vedersela con altri Paesi che da questo punto di vista sono già molto più avanti, in particolare USA e Dubai.
Una cosa molto particolare però è l’entrata in campo diretta del governo.
Ad esempio negli USA non risulta che il governo abbia già fatto qualche azione concreta di creazione o produzione di strutture o prodotti crypto, se non sequestrare token ai malviventi. Anche in Svizzera si sono mosse le istituzioni locali, come la città di Lugano, ma non ancora il governo centrale. Nel caso dello UK invece si muove direttamente il governo, coinvolgendo la Zecca di Stato, anche se solamente per creare un NFT celebrativo.
Forse questa differenza potrebbe anche essere emblematica di un differente approccio, con Svizzera, USA e Dubai più propense a lasciar fare ai privati, con un coinvolgimento diretto minimo dello Stato, mentre in UK il ruolo dello Stato potrebbe essere più diretto ed attivo. Non è detto però che questo sia necessariamente un punto di forza.
In genere le istituzioni pubbliche tendono a lavorare affinché si crei un ambiente ed un ecosistema favorevole allo sviluppo di iniziative crypto private, mentre quando lo Stato vuole agire in prima persona non sempre si ottengono buoni risultati.
I casi di Malta e San Marino potrebbero essere esemplari in tal senso, visto che non sono mai riusciti a diventare veri e propri grandi hub della blockchain, nonostante il chiaro desiderio di farlo, forse proprio perché promotori di iniziative stato-centriche.
Chi opera nel mondo crypto solitamente predilige la libertà alla sicurezza, e spesso mal digerisce le ingerenze pubbliche nelle iniziative private. Le vere criptovalute infatti sono iniziative al 100% private, molto distanti da quelle governative, quindi un eventuale coinvolgimento diretto dello Stato nello sviluppo di un ambiente favorevole alle criptovalute in UK potrebbe essere un’arma a doppio taglio.