Questo giovedì, il Papa è andato a Ginevra in occasione del 70° anniversario della fondazione del Consiglio Ecumenico delle Chiese

Giunto al Centro ecumenico del World Council of Churches (Wcc) è stato accolto da Olav Fykse Tveit, segretario generale del Wcc, dalla moderatrice, Agnes Aboum, dal metropolita Gennasios, vicemoderatore, e dal vescovo Mary Ann Swemson, vicemoderatrice. 

Di seguito è riassunto il contenuto del discorso di Francesco (la sua preghiera ecumenica) al Wcc, che è stato anche il suo primo discorso in terra elvetica. 


«L’uomo è un essere in cammino. Per tutta la vita è chiamato a mettersi in cammino, in continua uscita da dove si trova: da quando esce dal grembo della madre a quando passa da un’età della vita a un’altra; dal momento in cui lascia la casa dei genitori fino a quando esce da questa esistenza terrena.

Il cammino è metafora che rivela il senso della vita umana, di una vita che non basta a sé stessa, ma è sempre in cerca di qualcosa di ulteriore. Il cuore ci invita ad andare, a raggiungere una meta.

Ma camminare è una disciplina, una fatica, servono pazienza quotidiana e allenamento costante. Occorre rinunciare a tante strade per scegliere quella che conduce alla meta e ravvivare la memoria per non smarrirla. Tanti vi rinunciano, preferendo la quiete domestica, dove curare comodamente i propri affari senza esporsi ai rischi del viaggio. Ma così ci si aggrappa a sicurezze effimere, che non danno quella pace e quella gioia cui il cuore aspira, e che si trovano solo uscendo da sé stessi.»


Francesco ha poi proseguito ponendo l'accento sulla necessità di rifiutare la logica dell'egoismo.
«La vita cristiana porta con sé un’alternativa inconciliabile: da una parte camminare secondo lo Spirito, seguendo il tracciato inaugurato dal battesimo; dall’altra soddisfare il desiderio della carne. ...

Significa provare a realizzarsi inseguendo la via del possesso, la logica dell’egoismo, secondo cui l’uomo cerca di accaparrare qui e ora tutto ciò che gli va. Non si lascia accompagnare docilmente dove Dio indica, ma persegue la propria rotta.

Abbiamo sotto gli occhi le conseguenze di questo tragico percorso. Vorace di cose, l’uomo perde di vista i compagni di viaggio; allora sulle strade del mondo regna una grande indifferenza. Spinto dai propri istinti, diventa schiavo di un consumismo senza freni: allora la voce di Dio viene messa a tacere; allora gli altri, soprattutto se incapaci di camminare sulle loro gambe, come i piccoli e gli anziani, diventano scarti fastidiosi; allora il creato non ha più altro senso se non quello di soddisfare la produzione in funzione dei bisogni.»


Per questo, Francesco invita i cristiani a percorrere il proprio cammino rinunciando alla logica della mondanità, scegliendo quella del servizio, in modo da intraprendere un percorso che porti alla loro riunione.
«Amerai il prossimo tuo come te stesso ... amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. ...

La strada passa per una continua conversione, per il rinnovamento della nostra mentalità perché si adegui a quella dello Spirito Santo. Nel corso della storia le divisioni tra cristiani sono spesso avvenute perché alla radice, nella vita delle comunità, si è infiltrata una mentalità mondana: prima si alimentavano gli interessi propri, poi quelli di Gesù Cristo.

In queste situazioni il nemico di Dio e dell’uomo ha avuto gioco facile nel separarci, perché la direzione che inseguivamo era quella della carne, non quella dello Spirito. Persino alcuni tentativi del passato di porre fine a tali divisioni sono miseramente falliti, perché ispirati principalmente a logiche mondane.

L’ecumenismo ci ha messi in moto secondo la volontà di Gesù e potrà progredire se, camminando sotto la guida dello Spirito, rifiuterà ogni ripiegamento autoreferenziale.»


E per portare avanti l'ecumenismo è necessario dimenticarsi di essere di parte.
«Scegliere di essere di Gesù prima che di Apollo o di Cefa, di Cristo prima che giudei o greci, del Signore prima che di destra o di sinistra, scegliere in nome del Vangelo il fratello anziché sé stessi significa spesso, agli occhi del mondo, lavorare in perdita.»

Una "perdita evangelica" in modo da camminare secondo lo Spirito: «Solo così si porta frutto nella vigna del Signore. Come Gesù stesso insegna, non quanti accaparrano portano frutto nella vigna del Signore, ma quanti, servendo, seguono la logica di Dio, il quale continua a donare e a donarsi. È la logica della Pasqua, l’unica che dà frutto.»

 

Francesco non ha dimenticato di ricordare le difficoltà di coltivare la comunione, uscire da contrasti e rifiuti reciproci, in special modo alimentati per secoli!.
«La risposta ai nostri passi vacillanti è sempre la stessa: camminare secondo lo Spirito, purificando il cuore dal male, scegliendo con santa ostinazione la via del Vangelo e rifiutando le scorciatoie del mondo.

Dopo tanti anni di impegno ecumenico, in questo settantesimo anniversario del Consiglio, chiediamo allo Spirito di rinvigorire il nostro passo. Troppo facilmente esso si arresta davanti alle divergenze che persistono; troppo spesso si blocca in partenza, logorato di pessimismo. Le distanze non siano scuse, è possibile già ora camminare secondo lo Spirito: pregare, evangelizzare, servire insieme, questo è possibile già da oggi e gradito a Dio! Camminare insieme, pregare insieme, lavorare insieme: ecco la nostra strada maestra.»


Alla fine del suo intervento, il Papa ha ricordato ai presenti che la metà dell'ecumenismo è l'unità.
«La strada contraria, quella della divisione, porta a guerre e distruzioni: basta leggere la storia. ... La divisione si oppone apertamente alla volontà di Cristo, ma è anche di scandalo al mondo e danneggia la più santa delle cause: la predicazione del Vangelo ad ogni creatura.

Il Signore ci chiede unità; il mondo, dilaniato da troppe divisioni che colpiscono soprattutto i più deboli, invoca unità. Ho desiderato venire qui, pellegrino in cerca di unità e di pace. ...

Camminare insieme per noi cristiani non è una strategia per far maggiormente valere il nostro peso, ma è un atto di obbedienza nei riguardi del Signore e di amore nei confronti del mondo.»