Tutti i nostri corpi di Georgi Gospodinov è stato pubblicato nella traduzione di Giuseppe Dell’Agata per i tipi di Voland.

Il sottotitolo del volume è “Storie superbrevi”.

Gospodinov è un raffinato ed innovativo poeta e prosatore bulgaro, nato a Jambol nel 1968. In Italia ha esordito con Romanzo Naturale, pubblicato da Voland nel 2007 e sempre la casa editrice romana ne ha pubblicato anche altre due raccolte di racconti, visto il favore tributatogli dal pubblico e dalla scena letteraria internazionale. Gospodinov nel 2014 è stato finalista al premio von Rezzori e al Premio Strega Europeo.

“Tutti i nostri corpi” costituisce una raccolta di Centotré racconti brevi o brevissimi fatti di riflessioni ironiche, malinconiche e talvolta grottesche.

Frammenti e quasi aforismi attraverso i quali la nostalgia del passato si intreccia alla curiosità del futuro, il tutto narrato con una sorta di ascetismo verbale desideroso di mettere ordine in un mondo caotico e rallentarne il tempo. Cosa che, purtroppo il mondo sta vivendo, in maniera paradossale, con la Pandemia di COVID19.

Da segnalare a titolo di curiosità letteraria, una serie di perle, tra cui il racconto “Separazione” costituito da un rigo a stampa: “Perché piangi ora, non mi hai ammazzato tu?...”.


Anche il racconto “Patria”, un rigo e tre quarti a stampa, sfocia nell’aforisma: “L’odio ci aspetta sempre in un posto vicino, nativo. La patria è lì dove sono i nostri nemici”.

Nella sua brevità narrativa, Georgi Gospodinov, ha la forza della narrazione mitteleuropea, fatta sovente di premure per un mondo cui non si appartiene, senza effetti speciali. “L’uomo non è stato creato per mangiare da solo” è un aforisma che si accompagna bene all’altro che Gospodinov scrive “Mentre gli imperi fanno affari, le colonie cucinano”. Lo scrittore passa dalla filosofia alla gastronomia, dalla storia alla nostalgia con un’estrema facilità attraverso microstorie che offrono al lettore gli strumenti per la conoscenza di un mondo sempre più difficile da decifrare.

“Voglio dire che in tempi come i nostri - scrive Gospodinov - quando si parla molto e a casaccio come in un’osteria, una buona storia breve viene a fornirci la misura di ogni parola. E di ogni minuto. Vorrei che fosse così”.


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