La LAV, mercoledì 11 ottobre, ha fatto sapere che il TAR ha conferma la sospensione dei decreti di uccisione di 4 lupi condannati dalla Provincia di Bolzano:
"Un risultato importantissimo ottenuto grazie al ricorso che noi di LAV abbiamo presentato insieme ad altre associazioni. Fondamentale il richiamo che lo stesso TAR ha fatto dell'articolo 9 della Costituzione sulla tutela degli animali. Ora è giunto il momento di una svolta: la politica si svincoli dagli interessi di alcune categorie e cominci a lavorare seriamente per favorire la convivenza fra i lupi e le attività umane".
Una buona notizia che vien annullata da due brutte notizie.
La prima è quella relativa all'immancabile Fugatti, presidente della PAT, che continua ad impedire il trasferimento di JJ4 ma:
"Il Presidente della Provincia di Trento - dichiara la LAV - risponde ancora una volta negativamente alla nostra richiesta di spostare l'orsa nel rifugio che abbiamo individuato in Romania. Portarla in salvo è sempre più urgente perché in Trentino sta avvenendo una vera e propria strage silenziosa. Altri due corpi di orsi senza vita infatti sono stati ritrovati oggi nei boschi".
L'altra brutta notizia la comunica la comunica LEIDAA, a seguito di altri due orsi trovati morti in Trentino:
"Prosegue in autunno l'estate orribile degli orsi nel Trentino, guarda caso un'estate preelettorale. Sugli altri due animali trovati morti nelle ultime ore a Bresimo e a Borgo d'Anaunia ci regoleremo come nei casi precedenti: denuncia e richiesta che si faccia assoluta chiarezza sulle cause della morte".
È quanto ha dichiarato l'on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente e dell'Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali, ricordando che LEIDAA, in quanto parte offesa, è stata ammessa a partecipare alle operazioni peritali sulla carcassa di F36, l'orsa condannata a morte dal presidente della Provincia autonoma Maurizio Fugatti e poi trovata senza vita qualche settimana dopo.
"Sul territorio - continua l'onorevole - è stato instaurato e alimentato un clima di paura e di odio che propizia atti di bracconaggio. Come accadde nel 2015-6, quando tre orsi - F5, M6 e M21 - furono uccisi col veleno in Trentino, in una fase di acuta contrapposizione determinata dal caso dell'uomo ferito a Cadine nel giugno del 2015. Oggi, grazie alla campagna elettorale, la tensione ha raggiunto il culmine storico: ogni sospetto appare giustificato. Alla magistratura il compito di fare chiarezza. Certo la Provincia non può liquidare la vicenda con un comunicato di due righe".