Peppe Provenzano, vicesegretario del Partito Democratico:"Ieri Giorgia Meloni aveva una grande occasione: tagliare tutti i ponti con il mondo contiguo al neofascismo, anche in casa sua, Fdi. Ma non l'ha fatto. Il luogo scelto (il palco neofranchista di Vox) e le parole utilizzate sulla matrice perpetuano un'ambiguità che la pone inevitabilmente fuori dall'arco democratico e repubblicano".
In risposta, Giorgia Meloni dichiara:"Il vicesegretario del partito “democratico” vorrebbe sciogliere il primo partito italiano (oltre che l’unica opposizione al governo). Un partito a cui fanno riferimento milioni di cittadini italiani che confidano e credono nelle nostre idee e proposte.Spero che Letta prenda subito le distanze da queste gravissime affermazioni che rivelano la vera intenzione della sinistra: fare fuori Fratelli d’Italia. O forse i toni da regime totalitario usati dal suo vice rappresentano la linea del Pd? Aspettiamo risposte".
A supporto dell'alleata o presunta tale è intervenuto anche Matteo Salvini: "Il vice-segretario del PD taccia ed eviti di dire idiozie, non è certo lui che può dare patenti di “democrazia” a nessuno. Fascismo e comunismo per fortuna sono stati sconfitti dalla Storia, e non ritorneranno. Chieda piuttosto al suo ministro, l’inadeguata Lamorgese, come è stato possibile che poche decine di violenti, che non potevano nemmeno essere in piazza, abbiano aggredito e assaltato impunemente".
Ad entrambi i leader della destra, risponde Enrico Letta dalla Piazza del Comune di Savona con l'invito a tutte le forze politiche perché lo scioglimento di Forza Nuova sia vissuto come un gesto unitario e non di parte:"È il momento giusto per un'iniziativa come questa che deve essere condivisa da tutto il parlamento. Il problema è quello che Salvini e Meloni hanno detto, non che abbiano parlato 24 ore dopo i fatti. Il fatto di non riuscire a dire: condanno questo squadrismo fascista e punto. Cosa c'è dietro? Vuol dire che esiste un legame con una parte di mondo che considera il fascismo non come il male assoluto. Nella Meloni c'è un legame diretto con la fiamma nel simbolo, ma la Lega di Bossi non la capisco".
Così Giorgia Meloni aveva spiegato l'assalto alla sede nazionale della Cgil:"È sicuramente violenza e squadrismo, poi la matrice non la conosco. Il punto è che è violenza, è squadrismo e questa roba va combattuta sempre. Questa situazione si deve a una gestione pessima dell'ordine pubblico, perché il ministero conosce nomi e cognomi delle stesse persone che fanno le stesse cose da anni, e mi stupisce che siano ancora lì a farle, senza che nessuno le fermi, senza che nessuno lo impedisca, senza che nessuno - che ha gli strumenti per impedire che quelle violenze si consumino - si muova per impedirlo".
Il problema di queste destre è che non riescono a rinnegare il fascismo, eppure sarebbe semplice farlo, agendo di conseguenza. Ma non lo fanno. E chiunque faccia notare il problema, serio, diventa automaticamente responsabile di averlo sollevato.
Ma perché Meloni e Salvini hanno queste così gravi difficoltà nel rinnegare il fascismo dichiarandosi antifasciti, votando per lo scioglimento di Forza Nuova e annunciando la partecipazione alla manifestazione della Cgil di sabato prossimo?