Domenica mattina il Mail ha pubblicato una nuova memoria dell'ormai ex ambasciatore Darroch su Donald Trump.

Dopo che il ministro degli Esteri Boris Johnson si era già appellato agli Stati Uniti per mantenere l'accordo sul nucleare con l'Iran, Darroch informò il proprio Governo che, secondo lui, la decisione del presidente Donald Trump di ritirarsi da quell'accordo era un atto di "vandalismo diplomatico" fatto solo per fare un dispetto al suo predecessore, Barack Obama.

Darroch scrive anche di aver evidenziato divisioni tra i consiglieri di Trump e che la Casa Bianca non avesse pensato ad una strategia su come agire dopo essersi ritirata dall'accordo.

Nella memoria inviata a Johnson, Darroch dichiara che quella scelta illustra il paradosso di questa Casa Bianca dove è possibile avere accesso a chiunque sia vicino al presidente... ma nella sostanza, l'amministrazione è impostata sulla volontà di agire compiendo un atto di vandalismo diplomatico, apparentemente per motivi ideologici e di personalità... quello era l'accordo siglato da Obama!

"Inoltre - aggiunge Darroch - gli americani non sono in grado di articolare nessuna strategia su cosa fare dopo l'uscita dall'accordo e i contatti con il Dipartimento di Stato questa mattina non suggeriscono alcun tipo di piano per comunicare con i partner e gli alleati, sia in Europa che in Medio Oriente".

Kim Darroch si è dimesso dal proprio incarico una settimana fa, dopo che l'amministrazione Trump aveva iniziato a porre ostacoli alla sua attività diplomatica. Al presidente Usa non erano affatto piaciuti i giudizi che Darroch aveva espresso su di lui.

Dopo questa nuova rivelazione, non è da escludere qualche piccata risposta di Trump via Twitter.

A margine, va ricordato anche che la nuova memoria pubblicata dal Mail potrebbe avere anche strascichi giudiziari dopo che Scotland Yard, a cui erano state affidate le indagini sulla fuga di notizie, aveva fatto sapere che qualsiasi ulteriore nuova pubblicazione dei memo di Darroch sarebbe stata giudicata come reato.

Dichiarazione che, ovviamente, non solo aveva fatto infuriare il Mail, ma anche tutta la stampa britannica e i sindacati del settore, mentre Jeremy Hunt e Boris Johnson, in competizione tra loro per diventare il prossimo leader dei Tory e primo ministro britannico, hanno entrambi difeso il diritto di pubblicazione da parte dei media.