Il Consiglio d'Europa è un'organizzazione internazionale che ha lo scopo di promuovere la democrazia, i diritti dell'uomo, l'identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa.

Risale al settembre 2015 l'audizione al Consiglio d'Europa nella quale la CGIL denunciava la violazione dell'Italia alla "Revised European Social Charter" per l'implementazione inadeguata della legge 194 sull'interruzione della gravidanza in relazione all'aspetto che regola l'obiezione di coscienza dei medici lamentando che non sarebbero stati protetti i diritti dei lavoratori, medici e infermieri, non obiettori con conseguenti difficoltà per le donne che volevano praticare l'aborto.

Alla fine della propria inchiesta, a  maggioranza, il Consiglio d'Europa ha espresso il suo parere dichiarando ammissibile la denuncia della CGIL ed indicando una serie di violazioni alla "Revised European Social Charter".

Secondo il Consiglio d'Europa la Cgil ha ampiamente dimostrato che il personale non obiettore subisca evidenti svantaggi che si traducono in un aumento del carico di lavoro, nella distribuzione degli incarichi, nelle opportunità di carriera. Al contrario, il Governo italiano non è riuscito a confutare le accuse della CGIL e le prove che tali accuse supportavano.

Secondo quanto ha rilevato il Consiglio d'Europa l'Italia non ha un numero adeguato di strutture distribuite sul territorio in grado di rendere accessibile l'interruzione di gravidanza a chi la voglia ottenere. Inoltre, il personale medico non obiettore non è adeguatasmente sostituito sia quando va in pensione, sia in contingenze temporanee come ferie o malattia. 

Il testo completo del pronunciamento del Consiglio d'Europa.