Esteri

Trump utilizza Lincoln a supporto delle sue decisioni nell'affrontare l'emergenza coronavirus

È difficile dire quanto possano essere gravi i rischi per una nazione quando questa è governata dal populismo. Il populista, nel caso riesca a risolvere un problema, è quasi certo che - come conseguenza - ne creerà un altro analogo, se non addirittura peggiore. Invece, nel caso il problema non riesca a risolverlo, allora lo ignorerà e utilizzerà la propaganda in modo da sviare l'attenzione della popolazione da lui amministrata.

Quello che sta accadendo negli Stati Uniti in questo periodo ne è l'esatta conferma.

Il debito pubblico americano è fuori controllo, il numero delle persone senza lavoro si avvicina al 20%, il Pil del primo trimestre ha quasi raggiunto il -5%, in un contesto dove il contagio della pandemia di Covid-19 sta ancora dilagando, causando ogni giorno migliaia di vittime.

Lo scenario da incubo sopra descritto è ciò che accade negli Stati Uniti, uno scenario che diventa ancora più allucinante se si aggiunge che lo scorso fine settimana, a Camp David, si sono tenute numerose riunioni sul come affrontarlo, a cui hanno partecipato i migliori consiglieri di Donald Trump, tra cui la figlia Ivanka Trump, suo marito Jared Kushner, il capo consigliere economico Larry Kudlow (assunto nell'incarico perché sostiene che il taglio delle tasse è ripagato con maggiori entrate fiscali) e la portavoce della Casa Bianca, Kayleigh McEnany.

Quindi, come risolvere la crisi in atto negli Usa? Trump lo ha spiegato domenica sera alla Fox in una intervista organizzata al Lincoln Memorial, con la statua di Abramo Lincoln che incombeva sull'attuale presidente Usa che si compiaceva degli "assist" che di volta in volta gli venivano forniti da Bret Baier e Martha MacCallum. Per dire che cosa?

Per giustificare le riaperture in gran parte degli Stati americani e il ritorno al lavoro, per chi ancora lo abbia, di molte persone senza aver stabilito un protocollo di protezione contro un virus il cui contagio negli Usa non ha ancora raggiunto il picco. 

Ma per il populista Trump, il problema è risolto o quasi, visto che "pensa" che un vaccino sarà disponibile entro la fine dell'anno.

In Usa il numero di contagiati dalla Covid-19 è di 1,15 milioni persone con quasi 68mila decessi, con i nuovi casi che giornalmente si aggirano intorno ai 30mila.

Che cosa ha detto l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) venerdì sulle riaperture in molti Stati americani? Che per allentare in sicurezza le misure di allontanamento sociale e riaprire le imprese, ci deve essere la capacità di fare tamponi a tappeto, essere in grado di identificare le persone che hanno avuto contatti con i positivi e metterle in quarantena. 

Esiste qualcosa di tutto questo negli Stati Uniti? No. Non solo non esiste, ma non esiste neppure qualcosa che gli si possa eventualmente avvicinare. Pertanto, quali potranno essere le conseguenze delle riaperture? Un aumento del numero dei contagi e di quello dei morti.

Naturalmente, Trump non ha neppure dimenticato di riprendere le dichiarazioni rilasciate domenica mattina dal segretario di Stato Mike Pompeo che ha detto che esistono "enormi" prove che il virus sia uscito da un laboratorio di Wuhan, dimenticando però di dire quali fossero e di mostrarle, oltre al fatto che i servizi di intelligence americani hanno già fatto sapere di non avere elementi per poterlo sostenere.

Trump e i suoi "consiglieri" non sono in grado di gestire l'emergenza in corso e allora fanno ricorso alla propaganda per sviare l'attenzione dell'opinione pubblica dal problema... anche se in questo caso sarà difficilmente oscurabile, visto che sarà impossibile nascondere i morti.

Autore Alberto Valli
Categoria Esteri
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