Che cosa abbia spinto il governo Rajoy a voler impedire che in Catalogna i cittadini esprimessero la loro opinione nel referendum a favore o meno dell'indipendenza della propria regione è tuttora inspiegabile. È vero che la locale Corte costituzionale aveva decretato nullo il referendum, ma se i catalani lo volevano fare ugualmente, la questione avrebbe poi assunto un aspetto soprattutto giuridico e burocratico con un esito quasi certamente scontato. Insomma, la questione si sarebbe sgonfiata nel tempo.

Senza dimenticare che avrebbe pesato, dal punto di vista politico, il numero di persone che si sarebbe recato alle urne, oltre al numero di coloro che avrebbero detto sì all'indipendenza.

Vietare il referendum, facendo ricorso alle forze dell'ordine, non poteva che avere un esito scontato: sancire la vittoria degli indipendentisti, già prima che il referendum avesse luogo. Un autogol pazzesco, da cineteca, che risulta incomprensibile sotto qualsiasi punto di vista. Soprattutto politico.

Il risultato di tutto ciò non potrà che acuire lo scontro con Madrid, a partire da lunedì, qualunque sia il risultato delle urne, peraltro scontato, e qualunque sia il numero di coloro che saranno riusciti a votare.

In mattinata, il ministero dell'Interno spagnolo ha iniziato a postare sul proprio account twitter le immagini del sequestro delle urne in alcuni collegi catalani, mentre altri sono presidiati dalla Guardia Civil.


La maggior parte degli oltre duemila seggi allestiti dal governo regionale sono chiusi, solo il 10%, quindi circa 230, è accessibile. Il governo catalano, per ovviare, aveva annunciato nelle prime ore della domenica che i cittadini avrebbero potuto votare ovunque, con la loro identificazione effettuata elettronicamente ai seggi tra loro interconnessi. Ma il ministero dell'Interno avrebbe bloccato anche questa possibilità, annunciando così che qualsiasi voto espresso sarebbe non valido, perché una stessa persona potrebbe votare più volte in collegi diversi.


Da sottolineare che i sequestri delle urne vengono effettuati da Polizia e Guardia Civil. La polizia locale, i Mossos d'Esquadra, presente ai seggi aperti si limita esclusivaemnte a controllare le operazioni di voto senza intervenire. Invece, in alcuni seggi ci sono stati momenti di tensione che sono sfociati in attacchi ai votanti che, in alcuni casi, sono rimasti feriti.

Politicamente, la Catalogna ha già vinto, ed in questo senso vanno anche le dichiarazioni del presidente della regione, Carles Puigdemont che, richiamando anche l'uso della forza ha detto che "l'immagine dello Stato spagnolo ha raggiunto un livello di vergogna tale da non poter più esser cancellato. Oggi lo Stato spagnolo - ha proseguito Puigdemont - ha perso molto di più di ciò che già aveva perduto. Oggi in Catalogna abbiamo vinto molto di più di quanto già avevamo vinto!"