It's a joke?
Ho ascoltato il discorso di fine mandato di Biden. Ognuno è libero di pensarne il meglio, il peggio, l’indifferente o quello che gli pare, ma almeno due cose mi hanno colpito.
Quel suo …it's a joke? Quando un giornalista gli ha chiesto chi dovesse intestarsi il merito della “tregua in Medio-oriente”. Ci ho visto un lampo del vecchio leone plasticamente in contrasto con la meschineria dell’altrettanto vecchio coatto che prontamente ha provato ad intestarsi lui il successo. Posto che poi un successo possa chiamarsi davvero.
Join me as I deliver remarks on the ceasefire and hostage release deal between Israel and Hamas. https://t.co/FrHGXb8nDi
— President Biden (@POTUS) January 15, 2025
Ma fin qui è la politica, si dice, l’importante è dire le cose, dirle per primo che resti l’impressione. A farle poi ci si pensa. L’importante è costruire consenso istantaneo, lavorare sulla memoria istantanea. Inventarsi, promettere anche mentire sono cose che funzionano. Ma sempre di consenso si deve vivere fino a che non arrivano loro.
Musk, Bezos, Zuk e una schiera di altri, i cavalieri onnipotenti non ne hanno infatti bisogno; non devono alla fine rispondere a nessuno e ci libereranno dall’impiccio di questa democrazia lenta complicata e faticosa, e loro di consenso non sanno che farsene. Lo creano e lo inventano e se gli riuscirà te lo impiantano direttamente mentre pianificano la conquista della galassia.
E la vera novità è che non devono più manovrare i fili dietro le quinte, e forse la politica non gli servirà neanche più. Forse la vedo nera, ma …it's not a joke...un avviso ai tanti estimatori dei cavalieri e del coatto... dal vecchio e stanco leone!