Ue e Regno Unito hanno reso noto di aver avviato un'inchiesta sull'accordo Jedi Blue
L'aver consentito - a partire dal 2018 - al Meta Audience Network (FAN al momento dell'accordo), da parte di Google, di partecipare al suo programma Open Bidding, per le autorità europee e britanniche che si occupano di concorrenza potrebbe aver violato le normative antitrust, danneggiando aziende concorrenti che operino nel settore pubblicitario.
Questo, almeno, secondo quanto dichiarato dalla vicepresidente esecutiva della Commissione Ue, Margrethe Vestager, responsabile della concorrenza:
"Molti editori si affidano alla pubblicità per finanziare i contenuti online. Attraverso il cosiddetto accordo "Jedi Blue" tra Google e Meta, una tecnologia concorrente all'Open Bidding di Google potrebbe essere stata presa di mira con l'obiettivo di indebolirla ed escluderla dal mercato per la visualizzazione degli annunci sui siti Web e sulle app di editori. Se confermato dalla nostra indagine, ciò limiterebbe e distorcerebbe la concorrenza nel già ristretto mercato della pubblicità online, a scapito di tecnologie alternative, editori e, di conseguenza, consumatori".
Google fornisce servizi di tecnologia pubblicitaria che fungono da intermediari tra inserzionisti ed editori mediante la vendita all'asta in tempo reale di spazi pubblicitari online su siti Web o app mobili, anche attraverso il suo "programma Open Bidding". Meta fornisce servizi di pubblicità display online e, attraverso la sua "Meta Audience Network", partecipa ad aste per spazi pubblicitari di editori terzi utilizzando i servizi di tecnologia pubblicitaria di Google e dei concorrenti.
L'indagine della Commissione riguarda un accordo del settembre 2018, che Google ha chiamato in codice "Jedi Blue", tra Google e Meta per la partecipazione dell'Audience Network di Meta al programma Open Bidding di Google. La Commissione teme che l'accordo possa rientrare negli sforzi per escludere i servizi di tecnologia pubblicitaria in concorrenza con il programma Open Bidding di Google, e quindi limitare o distorcere la concorrenza nei mercati della pubblicità display online, a scapito degli editori e, in definitiva, dei consumatori.
Se provate, le pratiche oggetto di indagine possono violare le norme dell'UE in materia di concorrenza sugli accordi anticoncorrenziali tra imprese (articolo 101 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea ("TFUE")) e/o l'abuso di posizione dominante (articolo 102 TFUE) .
La Commissione svolgerà ora la sua indagine approfondita in via prioritaria. L'apertura di un'indagine formale non pregiudica il suo esito.
La Competition Market Authority ("CMA") del Regno Unito ha avviato una propria indagine sull'accordo tra Google e Meta. Come di consueto, la Commissione è stata in contatto con la CMA e intende collaborare strettamente a questa indagine seguendo le norme e le procedure applicabili.