30 aprile: il totale delle persone contagiate dalla Sars-CoV-2 è ad oggi 205.463, con un incremento rispetto a ieri di 1.872 nuovi casi. Il numero totale di attualmente positivi è di 101.551, con una decrescita di 3.106 assistiti, sempre in rapporto alle ultime 24 ore. 

I casi attualmente positivi sono 36.211 in Lombardia, 15.493 in Piemonte, 9.563 in Emilia-Romagna, 8.147 in Veneto, 5.584 in Toscana, 3.551 in Liguria, 4.468 nel Lazio, 3.210 nelle Marche, 2.773 in Campania, 1.370 nella Provincia autonoma di Trento, 2.949 in Puglia, 2.157 in Sicilia, 1.170 in Friuli Venezia Giulia, 1.915 in Abruzzo, 802 nella Provincia autonoma di Bolzano, 233 in Umbria, 744 in Sardegna, 89 in Valle d'Aosta, 740 in Calabria, 192 in Basilicata e 190 in Molise.

Tra gli attualmente positivi 1.694 sono ricoverati nelle terapie intensive, con una decrescita di 101 pazienti rispetto a ieri, 18.149 le persone ricoverate con sintomi, con un decremento di 1.061, 81.708 quelle in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Il numero complessivo di dimessi e guariti è giunto a 75.945, 4.693 in più rispetto a mercoledì. 

I deceduti giovedì sono stati 285 per un totale di 27.967.


Nella conferenza stampa odierna, il presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, ha dichiarato che "la curva dell'epidemia continua a decrescere nel numero sia di casi che di sintomatici. L'indice di contagio Rt è sotto l'1 in tutte le regioni, una conseguenza delle misure adottate e dell'adesione a queste da parte dei cittadini. Ma siamo ancora in fase di epidemia". 

Si è ridotto il numero di zone rosse rispetto alla settimana scorsa. Se ne contano in 74 comuni italiani di 7 regioni e molte di queste verranno smantellate nei prossimi giorni.

Il numero più alto di morti si concentra nella popolazione over 60, in particolare nella fascia di età 80-89: 10.241, pari al 40,6 per cento di tutti i decessi. Nella maggior parte dei casi questi pazienti presentavano già due (20,9 per cento) o tre o più patologie (63 per cento).

Poi, nella seconda parte della conferenza stampa, Brusaferro ha chiarito anche la logica alla base del documento epidemiologico elaborato dall'Iss con la Fondazione Bruno Kessler, adottato dal Comitato tecnico e scientifico, e trasmesso al ministro della Salute, alla base del quale è stata scelta la strada della cautela nelle ripartenze: 

"È uno studio nazionale con la finalità di analizzare il peso delle diverse variabili, come attività produttive e contatti sociali, nel determinare la circolazione del virus nella popolazione e valutare le riaperture. I modelli dovranno essere aggiornati e tarati a livello regionale sulla base dei risultati che si ottengono".