Yemen nord-occidentale, villaggio di Deir Al-Hajari, ore 3 del mattino dell'8 ottobre 2016. Una famiglia di sei persone rimane uccisa a seguito di un raid condotto dall'aviazione saudita. Tra le vittime, quattro bambini e una donna incinta.

Nel luogo dove è stato effettuato l'attacco, i resti degli ordigni utilizzati permettono di identificarne la provenienza: sono stati fabbricati dalla RWM Italia, una società con sede in Sardegna controllata da un'azienda tedesca che produce armi, la Rheinmetall AG.

Per avere delle risposte ufficiali su quanto sia accaduto ed il reale coinvolgimento del nostro Paese in quell'omicidio, lo scorso 17 aprile l’European Center for Constitutional and Human Rights (ECCHR), insieme alla Rete Italiana per il Disarmo e all’organizzazione yemenita Mwatana Organization for Human Rights, hanno presentato una denuncia di carattere penale alla Procura di Roma in cui si chiede che venga avviata un'indagine sulla UAMA (Unità per le Autorizzazioni dei Materiali d’Armamento), l'Autorità italiana che autorizza le esportazioni di armamenti e sugli amministratori della RWM Italia SpA per le bombe vendute ai sauditi e utilizzate in Yemen.

Il motivo di tale denuncia consiste nel fatto che tutte le parti coinvolte nel conflitto in Yemen hanno più volte violato i diritti umani, tanto che molti degli attacchi aerei sferrati dalla coalizione guidata dall'Arabia Saudita sono stati giudicati dall'Onu in violazione del diritto umanitario internazionale.

Di seguito le dichiarazioni dei membri delle tre Ong che hanno presentato la denuncia.

Miriam Saage-Maaß, Vice Legal Director di ECCHR: «Le esportazioni di armi ancora in atto da parte dei Paesi europei favoriscono l'uccisione di civili, mentre società come la tedesca Rheinmetall AG e la sua filiale italiana RWM Italia S.p.A. traggono vantaggio da questo business. Allo stesso tempo, i Paesi esportatori forniscono aiuti umanitari alla medesima popolazione colpita da queste armi. L'ipocrisia è sconcertante e si protrae a causa della mancata attuazione del regime normativo europeo sul controllo delle esportazioni di armi in relazione ai diritti umani. E’ pertanto di fondamentale importanza avviare un'indagine sulla responsabilità penale per queste esportazioni di armi e le relative autorizzazioni.»

Radhya Al-Mutawakel, direttrice della ONG Yemenita per i Diritti Umani Mwatana: «La coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha ucciso e ferito migliaia di civili dal 2015, e ha bombardato in Yemen anche scuole, ospedali, case, ponti, fabbriche... È molto triste che l'Italia stia alimentando come altri Stati questa Guerra, vendendo armi ad alcuni membri della coalizione guidata dall'Arabia Saudita.»

Francesco Vignarca della Rete Italiana per il Disarmo: «Nonostante le violazioni segnalate in Yemen, l'Italia continua ad esportare armi verso i membri della coalizione militare guidata dall'Arabia Saudita. Ciò è contrario alla Legge italiana n.185/1990, che vieta l'esportazione di armi verso paesi in conflitto armato. Inoltre, è in contrasto con le disposizioni vincolanti della Posizione Comune dell'Unione Europea che definisce norme comuni per il controllo delle esportazioni di attrezzature militare e contro le prescrizioni contenute nel Trattato internazionale sul Commercio delle Armi.»

Da ricordare che i governi guidati dal presidente del Consiglio Gentiloni e, prima, da Matteo Renzi, hanno più volte ignorato le richieste di chiarimenti sulla fornitura di armi da parte dell'Italia all'Arabia Saudita, proprio a causa del conflitto in Yemen, in numerosi Question Time in Parlamento. Inoltre, Gentiloni, dopo l'inchiesta giornalistica che ha svelato l'utilizzo di una bomba prodotta in Italia nel raid aereo che ha ucciso sei civili in Yemen, ha risposto che l'Italia non aveva nulla da rimproverarsi perché nel momento in cui le bombe sono state vendute l'Arabia Saudita non era indicata in alcuna lista nera che ne vietasse la vendita.

Il coerente alleato degli Usa, secondo le parole usate alcuni giorni fa dallo stesso Gentiloni, si deve essere distratto, visto che l'amministrazione Usa guidata da Obama aveva sospeso la vendita di armi ai sauditi, proprio a causa del conflitto in Yemen. Quindi, una coerenza, quella dell'Italia di Gentiloni, a giorni alterni.