Masselli “riscalda i motori” per trasformare Apricena in un’icona di “democrazia” avanzata. E non solo
Dal cittadino “partner” alla biblioteca “digitale”. Dal “gasolio minerario” alla regolamentazione delle procedure di affidamento degli “appalti minori”. Le principali direttrici del format “Tu Conti di Più”.
«Alle prossime elezioni amministrative nessuno degli oltre 4000 astenuti delle amministrative del 2019 avrebbe più motivo di disertare il voto» esordisce Alfonso Masselli (in foto), la cui candidatura a sindaco di Apricena sembra essere ad un passo dalla sua ufficializzazione.
«Da quando un mese fa ho lanciato il mio format informativo TU CONTI DI PIU’, ho ricevuto migliaia di messaggi privati da parte dei miei concittadini. Il “sentiment” che registro è che si profilerebbe un’affluenza alle urne senza precedenti nella storia di Apricena, perché i cittadini potrebbero essere chiamati a decidere per la prima volta se vorranno continuare ad essere spettatori delle altrui politiche (lamentandosene o applaudendole) oppure assumere un ruolo da protagonisti nell’amministrazione della propria città, influenzandone costantemente le azioni in tutte le direzioni. Dal voto della prossima primavera potrebbe nascere un consiglio comunale “costituente”, investito, cioè, del compito di riscrivere lo “statuto comunale” con l’introduzione di tutti i più avanzati strumenti di democrazia diretta, che andrebbero a mettere i cittadini sullo stesso piano degli amministratori politici» sottolinea.
Un sorta di Assemblea Costituente?
«Proprio così. A livello territoriale, si segnerebbe il passaggio – mi sia consentita questa esemplificazione – dallo “Statuto Albertino” alla “Carta Costituzionale”, in quanto lo “statuto comunale”, nella sostanza, andrebbe a mettere al centro il cittadino ed i suoi diritti di partecipazione diretta, ovvero la effettiva e consapevole possibilità dei cittadini di influenzare concretamente le scelte e i comportamenti dell’amministrazione comunale».
Più voce ai cittadini, quindi?
«No. E’ più corretto dire “più potere” ai cittadini. Le voci – si sa – potrebbero anche non essere ascoltate da chi governa. L’idea è che il cittadino non dovrà più essere considerato come un mero “utente” delle attività e dei servizi erogati da un’istituzione di natura pubblica, ma piuttosto come un “partner” con cui la stessa deve intessere una relazione di tipo bi-direzionale. Perché – attraverso lo strumento del “bilancio partecipativo” – si risignificherà il modello tradizionale rappresentativo di democrazia. I cittadini avranno il potere di decidere direttamente come spendere parte dei “capitoli” del bilancio comunale, in opere pubbliche ma non solo. Insomma, sul “palco” saliranno i cittadini a festeggiare le “loro” opere pubbliche, realizzate con i “loro” soldi, essendo “loro” i principali finanziatori dell’ente comunale. Non so se il concetto è chiaro».
E la figura del sindaco?
«Secondo questo nuovo paradigma, di certo non potrà più essere definito mediaticamente come il “primo cittadino”, in quanto a ricoprire questo ruolo saranno impersonalmente tutti i cittadini. Il sindaco continuerà ad essere il legale rappresentante dell’ente comunale, ma “protagonista” della città non sarà lui ma i cittadini, come è giusto che sia. Il sindaco, in sostanza, sarà più un “public servant” e si occuperà di meno di “opere pubbliche” e di più di creare le condizioni dello sviluppo economico della città e di implementare le relazioni istituzionali dell’ente ad ogni livello, anche europeo, per promuovere nuovi strumenti di interesse collettivo, quale potrebbe essere – per fare un esempio attinente all’economia principale di Apricena, che rappresenta il secondo bacino estrattivo d’Italia – l’introduzione del “gasolio minerario”, esistendo già, nel panorama agevolativo, quello “agricolo” e quello “nautico”. Poi, ad Apricena, c’è il tema dell’introduzione delle “economie circolari”, del riutilizzo degli “scarti” di lavorazione, della “cittadella universitaria”, che impatterebbero positivamente in termini di nuova occupazione stabile. Insomma, ci sono tante cose da fare».
Cos’altro ha in mente?
«Potenziare la biblioteca comunale, introducendo la “Biblioteca Digitale di Apricena”, sul modello di Siena. Un paragrafo di un grande capitolo, che sarà dedicato alla digitalizzazione di tutti i servizi comunali, che saranno a portata di un’app. L’obiettivo sarà rendere Apricena la città più “smart” della nostra provincia. Per ora, non aggiungo altro, pur essendo allo studio tanto altro».
Ci può anticipare qualcosa?
«Sicuramente la regolamentazione, a livello comunale, delle procedure di affidamento degli “appalti minori”, alla luce delle novità introdotte dal nuovo codice degli appalti. E’ allo studio un sistema molto innovativo, che successivamente potrebbe essere adottato anche da altri comuni italiani».