Le inchieste della magistratura su Tiziano Renzi, il "babbo" di Matteo, vanno avanti dalla fine del 2014.

Tra quelle, doveva trovare ancora una soluzione definitiva, tra archiviazione e rinvio a giudizio, l'inchiesta relativa alla vicenda del mega appalto Consip che venne alla ribalta della cronaca a fine 2016 e vide il coinvolgimento di Tiziano Renzi nel febbraio dell'anno successivo.

Alla fine del 2019, la Procura di Roma, rappresentata dal PM Palazzi,  pensò che le posizioni dei vari indagati sul caso Consip dovessero essere tutte, o quasi, archiviate. Il Gip decise altrimenti.

Oggi è arrivato il verdetto del Gup, Annalisa Marzano, che ha deciso che Tiziano Renzi, Italo Bocchino, Alfredo Romeo e Carlo Russo dovranno affrontare un processo per traffico di influenze, turbativa d'asta, tentata estorsione e corruzione. Per la stessa vicenda il Gup, grazie al rito abbreviato, ha condannato a un anno (con sospensione della pena) Denis Verdini, Lorenzo Abrignani ed Ezio Bigotti.

Il processo per il "babbo" dell'ex premier e attuale leader di Italia Viva, Matteo Renzi, inizierà a partire dal 16 novembre. L'accusa che lo riguarda è  traffico di influenze illecite, mentre è stato prosciolto (insieme a Russo) dall'accusa di turbativa d'asta. Dal suo stesso reato dovranno difendersi l'imprenditore Romeo e l'ex parlamentare Bocchino.

Romeo, invece, dovrà rispondere anche di turbativa d'asta e corruzione, mentre Russo dovrà difendersi anche dal reato di tentata estorsione.


Consip lanciò un bando per un appalto da 2,7 miliardi di euro. L'appalto finì al centro di un'inchiesta della magistratura di Napoli per una fuga di notizie su un'indagine che vedeva coinvolti i vertici Consip e alcuni politici, tra cui Luca Lotti, allora braccio destro di Matteo Renzi.


Questo un breve riassunto della vicenda che riguarda Tiziano Renzi  (da Fai informazione del 17 febbraio 2017).

Dall'indagine che vede coinvolto anche il neo ministro allo Sport Luca Lotti, è nato un nuovo filone che ipotizza una possibile corruzione da parte di Alfredo Romeo, che dell'appalto Consip si è aggiudicato tre lotti pari a 609 milioni.In base alle prime indiscrezioni, Alfredo Romeo (proprietario della Romeo Gestioni) avrebbe utilizzato i servigi di Carlo Russo, in quanto amico di Tiziano Renzi (padre dell'ex premier Matteo Renzi), perché quest'ultimo si attivasse presso Luigi Marroni, suo conoscente.Luigi Marroni è il numero uno di Consip e l'intervento che sarebbe stato chiesto da Russo a Tiziano Renzi sarebbe stato quello di far ottenere un trattamento "di riguardo" con la Consip a favore della Romeo Gestioni, in conseguenza dell'aggiudicazione del famoso appalto.Naturalmente, la ricostruzione sopra riportata non è ancora ufficiale, come non è detto che se venisse confermata comporterebbe comunque un reato. Per il momento gli inquirenti lo stanno però ipotizzando e, per tale motivo, hanno inviato un avviso di garanzia ai vari protagonisti, e tra questi Tiziano Renzi a cui è stato contestato il reato di traffico di influenze.Che cosa avrebbe indotto i magistrati ad agire in questo modo? L'intercettazione di alcune conversazioni tra Romeo e Russo ed un pezzo di carta recuperato dalla spazzatura il cui contenuto potrebbe far pensare al pagamento di somme mensili di alcune decine di migliaia di euro a Tiziano Renzi, come compenso di un suo possibile intervento nei confronti di Marroni.


Questa mattina, Matteo Renzi pontificava sui guai giudiziari di Luca Morisi, facendo vedere quanto l'ex premier fosse magnanimo rispetto alle passate accuse della propaganda leghista di cui era stato vittima... proprio per sottolineare che Morisi adesso era indagato. Una doppiezza che va ben oltre la perfidia... ma a cui, da tempo, Renzi ci ha abituato.

Ma Renzi, del babbo, ancora non sapeva nulla...