Sarà comunicata martedì alle ore 10:30 locali, le 11:30 in Italia, la decisione della Corte Suprema se confermare o meno la chiusura del Parlamento fino al discorso della regina, che è stato fissato per il prossimo 14 ottobre.

La chiusura o proroga della Camera dei Comuni è prevista dalla legge britannica e viene presa in base alla decisione del sovrano, che agisce però sulla base delle indicazioni del premier.

Con la proroga, non solo si interrompe l'attività del Parlamento, ma anche tutte le leggi che fino a quel momento non erano state approvate decadranno. Ovviamente, i parlamentari non potranno neppure chiedere che il Governo si presenti alla Camera dei Comuni e dia spiegazioni sul proprio operato.

In una situazione simile, è difficile poter parlare di democrazia. Ma finora, quasi sempre la chiusura del Parlamento, in coincidenza con il discorso della regina, era stata un fattore di natura tecnica della durata di pochi giorni, prima di intraprendere un nuovo calendario politico sulla base di quanto dichiarato dal sovrano, in un discorso i cui contenuti sono concordati, se non esplicitamente indicati da Downing Street.


Nell'udienza che ha avuto luogo la settimana scorsa ed è durata tre giorni, due sono stati i ricorsi presentati al giudizio della più alta corte britannica, sullo stesso tema: uno chiede la bocciatura della proroga, l'altro - presentato dal Governo - chiede invece di ripristinare la chiusura del Parlamento bocciata una decina di giorni fa dalla Court of Session, una corte di appello scozzese che aveva dato ragione ad una richiesta di pronunciamento presentata da 75 parlamentari, tra cui il deputato del SNP Joanna Cherry.

Se la Corte suprema si esprimesse a favore della proroga, allora non ci sarà alcun cambiamento rispetto al fatto che il Parlamento riprenderà a lavorare dal prossimo 14 ottobre.

Invece, se la Corte Suprema dovesse decidere che Johnson non ha esplicitato alla regina le vere finalità che lo hanno portato a suggerirle la chiusura del Parlamento, definendola pertanto illegittima, allora si potranno aprire nuovi scenari, anche se questi sarebbero comunque condizionati da ciò che i giudici diranno.

A nome del governo, il ministro degli Esteri, Dominic Raab, ha affermato che l'esecutivo "si atterrà alla sentenza", pur non escludendo la possibilità, in caso di sconfitta, di richiedere una nuova proroga.