«Oggi che la piazza è aperta, possiamo tornare. È un piacere!»

Così il Papa, in occasione della Pentecoste, si è rivolto ai fedeli che hanno potuto riprendere a radunarsi in piazza San Pietro, per l'appuntamento del Regina Caeli che oggi ha avuto luogo dallo studio privato del pontefice. 

Le forze dell'ordine hanno garantito l'accesso controllando anche che le persone mantenessero la distanza di almeno un metro l'una dall'altra. 

Dall'8 marzo, papa Francesco per la recita dell'Angelus aveva iniziato a rivolgersi ai fedeli solo via streaming dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico.


Dopo il Regina Caeli, queste le parole di Francesco: 

«Cari fratelli e sorelle, sette mesi fa si concludeva il Sinodo Amazzonico; oggi, festa di Pentecoste, invochiamo lo Spirito Santo perché dia luce e forza alla Chiesa e alla società in Amazzonia, duramente provata dalla pandemia. Tanti sono i contagiati e i defunti, anche tra i popoli indigeni, particolarmente vulnerabili. Per intercessione di Maria, Madre dell'Amazzonia, prego per i più poveri e i più indifesi di quella cara Regione, ma anche per quelli di tutto il mondo, e faccio appello affinché non manchi a nessuno l'assistenza sanitaria. Curare le persone, non risparmiare per l'economia. Curare le persone, che sono più importanti dell'economia. Noi persone siamo tempio dello Spirito Santo, l'economia no.Oggi in Italia si celebra la Giornata Nazionale del Sollievo, per promuovere la solidarietà nei confronti dei malati. Rinnovo il mio apprezzamento a quanti, specialmente in questo periodo, hanno offerto e offrono la loro testimonianza di cura per il prossimo. Ricordo con gratitudine e ammirazione tutti coloro che, sostenendo i malati in questa pandemia, hanno dato la loro vita. Preghiamo in silenzio per i medici, i volontari, gli infermieri, tutti gli operatori di salute e tanti che hanno donato la loro vita in questo periodo.Auguro a tutti una buona domenica di Pentecoste. Abbiamo tanto bisogno della luce e della forza dello Spirito Santo! Ne ha bisogno la Chiesa, per camminare concorde e coraggiosa testimoniando il Vangelo. E ne ha bisogno l'intera famiglia umana, per uscire da questa crisi più unita e non più divisa. Voi sapete che da una crisi come questa non si esce uguali, come prima: si esce o migliori o peggiori. Che abbiamo il coraggio di cambiare, di essere migliori, di essere migliori di prima e poter costruire positivamente la post-crisi della pandemia.»