Oggi occorre riflettere con un po’ di sano discernimento su alcuni episodi che si sono verificati in questi giorni e per poterlo fare occorre inizialmente comparare due situazioni in atto: la realizzazione di un’opera pubblica ritenuta non conveniente al nord e lo stato di disastro ambientale nel centro sud dell’Italia considerato da sempre inattuabile perché troppo esoso. Sembrerebbe una contraddizione invece vi assicuro che non lo è infatti sono entrambe frutto di scelte ben ponderate di anime morte che sono state alla guida di questa bella ma sfortunata nazione.

Perché si delibera di costruire un’opera considerata da esperti incongrua e costosa destinata solo ad accrescere un debito pubblico che ci ha reso schiavi per generazioni senza fornire tangibili benefici per tutti invece si scarta a priori la bonifica ambientale nel centro sud che è essenziale e rimetterebbe in moto l’economia e salverebbe la vita a migliaia di cittadini? E’ talvolta sconcertante la logica che viene adottata dai responsabili che decidono quali opere pubbliche si debbano realizzare.

L’Italia è afflitta da laceranti contraddizioni, si lasciano morire cittadini inermi e penalizzare interi territori ma si scatena una polemica infernale perché la relazione costi/benefici inerente la TAV presentata da una commissione composta da professionisti competenti è negativa e quindi sarebbe opportuno abbandonarla anche perché non è mai iniziata.

Sostanzialmente è la classica opera pubblica a lungo termine che garantisce per decenni un giro di soldi al nord e a foraggiare la catena alimentare che sta divorando un paese ormai svuotato di ogni risorsa utile per una ripresa economica visto che è stato destrutturato industrialmente.

Data la situazione bisogna pensare a destinare le esigue risorse per opere necessarie che diano anche prospettive per il futuro inoltre sarebbe di vitale importanza promulgare una legge che vieti i sub-appalti infatti, alla fine dei giochi, i cittadini pagano il 100% del costo iniziale e i successivi aumenti ma la qualità dell’opera realizzata ha un valore reale del 20/30% del costo iniziale il residuo finisce in illeciti arricchimenti e corruzione ecco perché crollano parti di ospedali, scuole, ponti, ecc. ecc.

Nel caso specifico paradossalmente con un debito pubblico stratosferico l’Italia si accollerebbe i 2/3 del costo per la realizzazione dell’intera tratta del traforo Torino/Lione e la Francia solo 1/3 ma quest’ultima diverrebbe proprietaria di 2/3 della galleria perché realizzato su territorio francese e tra l’altro dimostrando di non essere minimamente interessata alla realizzazione dell’opera.

La UE non ha ancora elargito alcun finanziamento perché non è stata concretizzata alcuna parte del progetto, ma solo lavori preparatori che ai contribuenti italiani sono già costati un miliardo e quattrocento milioni di euro: sembrerebbe inoltre che nessuno si è preoccupato di fare preventivamente un’analisi di costi/benefici prima di imbarcarsi in una impresa come questa, mentre d’altro canto fu però considerato irrealizzabile sin dalla fine degli anni ottanta bonificare i danni ambientali provocati dagli sversamenti e interramenti di sostanze tossiche e nucleari nel centro/sud perché, fatti quattro conti, costava troppo!

In piena coscienza decisero di far morire nell’arco di 40 anni milioni di persone per malattie incurabili; non considerarono i danni genetici che si sarebbero riverberati inesorabilmente sulle generazioni future; la perdita irreversibile delle falde acquifere e di vastissime porzioni di territorio con danni per l’economia e per gli eventuali mancati investimenti. Le sostanze che sono state interrate come il plutonio produrranno effetti micidiali per migliaia di anni. E’ apparentemente inspiegabile che un paese denuclearizzato come l’Italia sia divenuto la discarica nucleare dei paesi europei sia dell’ovest che dell’est.

E’ miope attribuire alla criminalità organizzata l’intera responsabilità, questa si è prestata a fare il lavoro “sporco”, le responsabilità maggiori fanno capo alla criminalità istituzionale che ha addirittura “secretato” quanto dichiarato da Carmine Schiavone nel 1993: non solo non hanno fatto nulla per quanto era accaduto fino a quel momento ma hanno lasciato che lo scempio continuasse a danno di persone ignare.

La stessa logica ha portato a trasferire un campo nomadi dalla zona industriale del napoletano al limite di una pericolosissima discarica facendo vivere degli esseri umani a contatto diretto con il percolato e rifiuti tossici. Perché non si considerano dei criminali chi ha preso e attuato una decisione simile? Perché la USL di competenza non relaziona le condizioni inumane in cui vive questa gente e la invia a chi di dovere? Perché la magistratura rimane indifferente di fronte ad un tale orrore? Le prospettive di vita di quegli esseri umani sono equivalenti a quelle degli ebrei nei campi di concentramento eppure la Costituzione italiana riconosce l’inviolabilità dei diritti fondamentali a tutti gli esseri umani senza alcuna distinzione.

I comportamenti cinici e manifestamente omissivi dimostrati dai rappresentanti delle istituzioni hanno radici lontane infatti molti anni fa fu presa la scellerata “decisione politica” di lasciare le popolazioni al loro triste destino e certamente non perché la spesa era insostenibile. Si sta attuando sotto gli occhi di tutti un vero e proprio genocidio e nessuno muove un dito e mentre c’è chi si preoccupa di “risparmiare” sulle spese, c’è chi ha guadagnato per decenni cifre iperboliche gestendo le discariche e continua a farlo.

Potendo consultare personalmente documenti ufficiali mi sono resa conto che vi era una catena di finanziarie che gestivano le discariche su tutto il territorio nazionale, organizzate piramidalmente, alla presidenza della quale vi era un anziano di 84 anni, nell’organigramma compariva tra l’altro una società di Paolo Berlusconi: sto parlando del lontano 1995 quando mi occupai dell’annullamento di una delibera relativa alla costruzione di un inceneritore nel mio comune di residenza.

Per il mio coraggio e coscienza civile sto pagando un prezzo umanamente inaccettabile. Ecco perché chi difende seriamente l’ambiente - che è un diritto-dovere riconosciuto e spettante a tutti i cittadini - viene dapprima sistematicamente isolato e poi annientato dalle stesse istituzioni che dovrebbero tutelare e proteggere i cittadini onesti.

Vi sono molti elementi inseriti nei vari livelli dell’organismo pubblico, che comunque rappresentano lo Stato e da esso ricevono potere e prerogative che li pongono in una posizione dominante che non meritano né stima né fiducia, approfittano della loro posizione per procacciarsi vantaggi deviando, inquinando, soffocando la verità, tradendo la giustizia per favorire individui ignobili che si celano dietro cariche pubbliche istituzionali e legami inconfessabili: questi insani rapporti gradualmente hanno disintegrato ogni regola etica portando al consolidamento di un sistema basato sul parassitismo, sulla corruzione e sull’ingiustizia.

Simili logiche hanno generato povertà, disoccupazione, la scomparsa delle attività più pregiate dell’economia italiana, la svendita del patrimonio nazionale e chi vuole tentare bene o male di cambiare queste regole stranamente sono oggetto di reazioni violente e offensive. Si possono condividere o non condividere le scelte dell’attuale classe dirigente politica, una parte della quale si sta misurando con una situazione estremamente grave e difficile di cui non ha responsabilità alcuna e per questo gli si deve rispetto.

Quanto è accaduto durante la relazione del nostro premier all’UE è gravissimo e pone in evidenza il ruolo di sudditanza nel quale è stata emarginata l’Italia da sempre, non solo, ma il nostro paese ha subito sabotaggi e ricatti economici da parte della triade dominante che ci ha costretto a svendere ciò che avevamo realizzato negli anni 60/90, ma la cosa più vergognosa è che chi era alla guida del nostro paese e ci doveva difendere ma non l’ha fatto.

I nostri migliori marchi sono stati venduti perché chi li ha creati non crede più nel futuro di questa nazione. Le famiglie hanno fatto studiare i loro figli e li hanno spediti all’estero a lavorare in Inghilterra, Francia, America, Australia privando l’Italia di creatività, cervelli e forze di rinnovamento. Persino i pensionati si stanno trasferendo all’estero.

Coloro che finora si sono avvicendati nelle cariche politiche a tutti i livelli, dai comuni ai ministeri, hanno dimostrato un totale distacco dalla realtà del paese, una superficialità e un disinteresse per i problemi concreti dei cittadini, non hanno idee né progettualità ma proseguono quanto iniziato dai predecessori e chi prenderà il loro posto perseguirà gli stessi obiettivi che vengono imposti ad una collettività passiva e talvolta servile.

Berlusconi pubblicamente definisce dei pazzi gli elettori italiani e che ha il dovere di fare “politica” per difendere i diritti e gli interessi della sua famiglia e dei suoi amici: sono 25 anni che non voto perché non si può essere complici di chi fa “politica” con uno spirito del genere e persegue interessi contrari ai principi democratici!

Per la stessa logica aberrante, di fatto, il centro sud dell’Italia è diventata “terra di nessuno” trasformata in una discarica a cielo aperto e non è il caso di parlare di scelte politiche sbagliate ma di una vera e propria svendita dei territori e della dignità di due terzi del paese alla criminalità organizzata, imprenditoriale ed istituzionale.

In settant’anni di repubblica democratica è stato disintegrato il patto di solidarietà e coloro che erano alla guida del paese hanno lavorato per dividere non per unire, per distruggere non per creare accumulando enormi ricchezze senza neanche più provare vergogna per quello che fanno perché lo considerano un “diritto acquisito.