Secondo le stime preliminari dell'Istat, a dicembre il dato congiunturale dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta solo del +0,3% su base mensile.
L'aumento congiunturale dell'indice generale è dovuto, per lo più, alla crescita dei prezzi degli Energetici regolamentati (+7,9%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,4% a causa di fattori stagionali), dei Servizi relativi ai trasporti (+1,1% anch'essi a causa di fattori stagionali), dei Beni alimentari lavorati (+0,8%) e degli Altri beni (+0,6%); gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-3,9%) e degli Alimentari non lavorati (-0,6%).
Nel mese di dicembre l'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5,6% a +5,8%, mentre quella al netto dei soli beni energetici sale da +6,1% a +6,2%.
Su base tendenziale, rispetto a dicembre 2021, l'aumento è del +11,6%, dal +11,8% registrato a novembre. Il rallentamento su base tendenziale dell'inflazione è dovuto prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici, (che, pur mantenendo una crescita molto sostenuta, passano da +67,6% di novembre a +64,7%), in particolare della componente non regolamentata (da +69,9% a +63,3%) e ai prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +11,4% a +9,5%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +6,8% a +6,0%); per contro, un sostegno alla dinamica dell'inflazione deriva dall'accelerazione dei prezzi degli Energetici regolamentati (da +57,9% a +70,3%), di quelli dei Beni alimentari lavorati (da +14,3% a +14,9%), di quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +6,2%) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (da +0,2% a +0,7%).
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale da +12,7% a +12,6%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +8,8% di novembre a +8,5%).
In media, nel 2022 i prezzi al consumo registrano una crescita pari a +8,1%, mentre nel 2021 era del +1,9%: è l'aumento più ampio dal 1985, quando fu pari a +9,2%. Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l'inflazione di fondo), i prezzi al consumo crescono del +3,8% (+0,8% nell'anno precedente) e al netto dei soli energetici del +4,1% (+0,8% nel 2021).
In base alle stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta del +0,2% su base mensile e del +12,3% su base annua (dal +12,6% di novembre). La variazione media annua del 2022 è pari a +8,7% (+1,9% nel 2021).
Sempre in base alle stime preliminari, l'inflazione acquisita, o trascinamento, per il 2023 (ossia la crescita media che si avrebbe nell'anno se i prezzi rimanessero stabili fino al prossimo dicembre) è pari a +5,1%, ben più ampia di quella osservata per il 2022, quando era pari a +1,8%.