Trascorsi alcuni giorni dall’irruzione nel dibattito locale della questione intorno alla nuova A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) rilasciata alla Raffineria di Milazzo, anche i sodalizi della Valle del Mela prendono posizione con un comunicato: “La Ra.M. è al di sopra della legge e del diritto a respirare di lavoratori e cittadini.
Su questo sembrano essere tutti d’accordo: i Sindaci di Milazzo e San Filippo del Mela, le segreterie dei sindacati confederali e probabilmente gli stessi dirigenti dell’azienda. Già, probabilmente, perché dall’azienda non sono arrivati comunicati ufficiali. Evidentemente reputa più efficace seminare qua e là un po’ di paura sulla possibile chiusura degli impianti e lasciare che siano altri a parlare; ma restiamo sui fatti, per distinguerli dalle menzogne.
In data 11 gennaio 2022 il Ministero della Transizione Ecologica ha rilasciato la nuova A.I.A. alla Ra.M.: in essa viene fissato un limite al camino E10 del cosiddetto “impianto zolfo” di 20 mg/m3 per alcuni inquinanti chiamati COV. La RAM sostiene, sempre per bocca dei due Sindaci e segreterie sindacali, che tale limite sia impossibile da raggiungere con le tecnologhe esistenti. Qui la prima menzogna: tale limite è infatti applicato anche alla raffineria di Augusta, che lo rispetta.
Perché la Ra.M., l’autodefinita più moderna d’Europa, non dovrebbe farcela? Sarà mica un semplice, vile tentativo di risparmiare necessari investimenti, ovviamente sulla pelle di cittadini e lavoratori? Andando ora alla seconda menzogna: essa racconta di un Ministero della Transizione Ecologica sporco e cattivo che inspiegabilmente imporrebbe alla povera Ra.M. (mezzo miliardo l’anno di fatturato) limiti emissivi oltremodo restrittivi; ma il Ministero se li è forse inventati quei limiti? Anche in questo caso carta canta e dice che tali limiti discendono da legislazione europea nazionale.
Dal loro mancato inserimento nel decreto A.I.A. risulterebbe inoltre una chiara violazione di legge anche alla luce della verificazione disposta dal Tribunale Amministrativo Regionale in seno al ricorso presentato da alcuni comuni della Valle del Mela e dalle associazioni del territorio. Ci chiediamo e chiediamo ai difensori sperticati delle emissioni a costo zero: cos’ha fatto la Ra.M. in questi anni per adeguarsi ai tempi e alle legislazioni, che giustamente chiedono di inquinare meno? È rimasta a guardare? Ha preferito intascare il più possibile cercando di addossare di volta in volta al Ministero o agli ambientalisti?
Purtroppo, noi associazioni da anni impegnate a parare gli assalti alla Valle del Mela di speculatori e inquinatori conosciamo bene le risposte e non sono rassicuranti; ma le segreterie sindacali e i sindaci di Milazzo e San Filippo del Mela, che ne pensano? Le segreterie sindacali sembrano ormai le cheerleader dell’azienda, la quale tace e manda avanti loro. In maniera un po’ imbarazzante però le stesse segreterie si comportano da nemiche non solo del territorio, ma dei lavoratori stessi. Non l’avranno capito che l’unico segno della volontà di un’azienda di mantenere la produzione in un territorio siano gli investimenti?
Solo se la Ra.M. spende per modernizzare e ambientalizzare gli impianti, adempiendo alle normative, si può essere certi che intenda rimanere nella Valle del Mela. D’altro canto, i Sindaci di Milazzo e San Filippo del Mela non scoprono le loro carte. Da che parte stanno? È vero: hanno inviato le prescrizioni sanitarie al Ministero da includere nella nuova AIA, che però lo stesso Ministero non le ha recepite.
Perché? Al momento, quel che è certo, dal verbale della Conferenza dei servizi, che abbiamo letto, è che i due Sindaci hanno condizionato le prescrizioni a uno studio di fattibilità. Un po’ come dire: “il limite di velocità è 130Km/h, lo imponiamo ma non siamo certi che sia davvero pericoloso infrangerlo”. Orbene: se l’autorità non è sicura che superare i 130 Km/h, o infrangere i limiti di anidride solforosa nel nostro caso, possa nuocere - con quale giustificazione impone, dunque, i limiti stessi? Non sarebbero essi determinati arbitrariamente? In sostanza, se così stanno le cose, le prescrizioni che i due sindaci hanno invitato erano viziate da una grave mancanza procedurale da principio. Colpa o dolo? Ci sono o ci fanno? Lo scopriremo presto.
Infine, notiamo con rammarico, ma senza stupore, che i grandi assenti da tavoli e riunioni convocati per le prossime settimane, per salvare il salvabile, sono i cittadini, i portatori d’interessi diffusi e gli altri comuni del comprensorio. Non solo non vengono invitati, ma neppure lontanamente menzionati. Secondo i politici locali, le segreterie sindacali e i dirigenti aziendali, si presume per questi ultimi dato che non parlano, è ancora una volta sulla loro testa che bisogna decidere. Mutando il necessario, chiediamo:
“Quo usque tandem abutere, RAM, patientia nostra?”