Il colpo di teatro degli ultimi giorni del "capo politico" del Partito Democratico Matteo Renzi è quello di aver candidato alla Camera, nel collegio di Siena, l'attuale ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.

Il ragionamento, così volendolo chiamare, di Renzi è piuttosto semplice. Il Partito Democratico è talmente convinto di aver agito bene in contrasto alle crisi bancarie che non ha paura di candidare alle politiche il principale artefice delle decisioni prese in proposito dagli ultimi due governi Renzi e Letta.

E dove candidare Padoan se non proprio a Siena, per dimostrare che la soluzione alla crisi del Monte dei Paschi è quanto di meglio, senesi, correntisti e azionisti potessero sperare?

Evidentemente, Renzi è convinto che tutti si siano dimenticati delle promesse fatte da lui e da Padoan sulle strabilianti garanzie offerte da Mps che avrebbe dovuto essere acquisita da chissà quanti e quali investitori economici e che, per non farla fallire, è stata nazionalizzata all'ultimo minuto in attesa di tempi migliori.

Sicuramente una fine migliore rispetto a quella delle quattro banche locali, di nessun conto secondo Renzi, fatte fallire per accorgersi, dopo, di aver mandato anche sul lastrico molti piccoli investitori truffati per aver acquistato le obbligazioni di istituti di credito di cui riponevano la massima fiducia... ma erano "banchette" sempre in base alla definizione del "capo politico" del Pd.

Ma forse, a merito di Padoan e dei suoi salvataggi bancari dovremo ascrivere il suo capolavoro relativo al salvataggio delle due banche venete, Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che in estate sono state letteralmente regalate a Intesa Sanpaolo, senza un bando di gara che ne giustificasse l'assegnazione.

Inoltre, a rafforzare quell'ennesimo capolavoro orchestrato da Padoan e Gentiloni ed applaudito dal Pd, la decisione di assegnare ad Intesa Sanpaolo solo la parte buona delle due banche venete fallite, insieme ad un finanziamento di circa 4,5 miliardi di euro a supporto dell'operazione, mentre lo Stato si è accollato i crediti NPL, per un esborso totale massimo di 12 miliardi di euro.

Ed il ministro dell'Economia, al tempo, ha definito tale operazione una specie di capolavoro, che per l'Italia finirà per risultare addirittura redditizia.

Sinceramente, come sia possibile per Padoan andare a chiedere un voto agli italiani facendosi forte di questi biglietti da visita è alquanto incomprensibile in generale, ma soprattutto a Siena in particolare.